Studi e bozzetti, soprattutto per l’Altare di Isenheim (conservato a Colmar e visto lo scorso settembre).
Volti.
Non c’è bellezza, non c’è idealizzazione, né moralizzazione. Grünewald
rappresenta un’umanità brutta perchè sofferente, dove la sofferenza è
condizione stessa dell’esistere e non una caduta dovuta al peccato;
l’umanità è sola e irredimibile: Dio esiste, ma si manifesta in teofanie
abbacinanti e indecifrabili all’uomo. Santi e peccatori, tutti sono
rappresentati allo stesso modo. Persino gli angeli. Huysmans rileva che persino le sue
madonne paiono servette prese dalla strada: ha ragione.
Nel
disegno sopra riprodotto: una regina inginocchiata con due angeli che le
tengono il mantello. Gli angeli sembrano in difficoltà, le ali spiegate
nel bel mezzo del bosco, a tenere il mantello della regina tra due
striminziti alberelli; le regina s’inginocchia verso un’epifania
invisibile.
Mani. Piedi.
Grünewald non comunica tanto con i volti e le loro espressioni, quanto
con le mani e i piedi. Qui riporto la Maddalena e i piedi del crocifisso
dell’Altare di Isenheim.
Mani contorte in spasmi al limite della frattura.
Piedi che riassumono la storia dell'umanità.
Irredimibile astorica sofferenza, impossibilità di progresso come di regresso (solo i malati del fuoco di Sant’Antonio, che il pittore ha rappresentato al limite dell’anfibio, giacciono in un’abiezione maggiore).
Piedi che riassumono la storia dell'umanità.
Irredimibile astorica sofferenza, impossibilità di progresso come di regresso (solo i malati del fuoco di Sant’Antonio, che il pittore ha rappresentato al limite dell’anfibio, giacciono in un’abiezione maggiore).
Nel
suo saggio sui visionari, Focillon ne ricerca le comuni caratteristiche
estetiche (ad esempio l’horror vacui); sebbene Grünewald non sia tra
gli esempi riportati da Focillon, potrebbe a buon diritto essere uno di
loro: basta guardare la sua Resurrezione (sempre dall’Altare di
Isenheim).
Ne “Le porte della percezione”, Huxley espone una teoria
secondo cui il cervello sia un filtro che limiti le capacità percettive
della coscienza. Secondo questa teoria gli uomini,
per incrementare le proprie possibilità percettive, devono alterare il
proprio equilibrio fisiologico assumendo alcool o droghe (o digiunando;
interessante la digressione sulla mistica ortodossa), si verificano
talvolta casi di coscienze che hanno di natura percezioni “fuori scala”,
come in certi tipi di malati mentali o in alcuni artisti. Huxley, a
questo riguardo fa spesso riferimento a William Blake (a sua volta
influenzato dal misticismo alchemico-paracelsiano). Chiaramente anche
Grünewald appartiene a questo gruppo.