19 novembre 2008

Ci vediamo a dicembre!

Stasera partiamo per una breve vacanza di una decina di giorni.
Destinazione: un'isoletta delle Piccole Antille, St. Lucia.
Obiettivo: ignobile oziare
Attivitá principali: rosolarsi al sole, qualche nuotatina, un po' di snorkelling, qualche scarpinata nella giungla (dopo quelle in Malesia del '95-'96; un giorno dovró raccontarvi di quando sono stato circondato da una tribú di scimmie), una doverosa visita alla distilleria di rum, abbuffate di pesce, crostacei e frutta locali.
Lasciamo in Finlandia un tempo che piú brutto non si potrebbe immaginare: é buio, tristemente, cupamente e oppressivamente; la temperatura si aggira intorno ai 2-3 gradi, il significa che non nevica ancora (la neve porta incanto e luce riflessa), ma che piove continuamente e a vento.
Quasi ogni notte si scatena una tempesta. Roba da buttar giú gli alberi.
Mi piace attendere il sonno, ben ravvolto nella coperta, ascoltando la tempesta che infuria: il vento che suona a dovere le chiome delle conifere e la pioggia che mitraglia senza pietá muri e finestre di casa.

10 novembre 2008

La fine della rivoluzione - 1

Partecipo ad un concorso per bloggers e fumettisti, Blog&Nuvole. Il mio testo, La fine della rivoluzione, é stato incluso nei 35 testi che saranno a disposizione dei fumettisti per trarne dei fumetti.
Il testo descrive un viaggio nell'Altaj durante l'Agosto del 2006. Un giorno raggiungemmo un paese sperduto a 200 km dal confine con la Mongolia, dove novant'anni fa venne annunciata la rivoluzione rossa e si decise di non proseguire perché fino al confine era praticamente tutto disabitato. Per questa ragione, la statua di Lenin che si trova nel villaggio ha le braccia distese lungo il corpo (di solito il braccio destro alzato indica la strada in avanti e Lenin stesso é in cammino).

Inja
Nel villaggio si trova, se non erro, il primo ponte strallato in cemento eretto in Russia (gli stralli sono i cavi di acciaio; il ponte é tipologicamente simile al ponte di Brooklyn, per intenderci, ma é in cemento). Risale agli anni '30 ed é stato tirato su da carcerati dei gulag che si offrirono volontari in cambio di una significativa riduzione della pena (ma non possiamo immaginare quanto dure fossero le condizioni di vita e di lavoro in questa contrada sperduta).

7 novembre 2008

Vaasa e varie

Mercoledí della settimana scorsa si é tenuto un section meeting presso il nostro quartier generale a Vaasa.
Vaasa dista 50 minuti di aereo o 4 ore di treno da Helsinki ed é una sorta di capoluogo di quella sottile striscia di costa occidentale in cui si parla Svedese invece che Finlandese.
Va da sé che il section meeting é stato di una noia mortale. Il relatore aveva la brillantezza e l'appeal di uno zombi.
Dopo il meeting tutti in sauna (rigorosamente divisi per sesso in due edifici). Tra una sauna e l'altra ci siamo scolati varie casse di birra (non esagero).
Cena vichinga. Siamo stati tutti dotati di elmo cornuto e tunica da usare come tovagliolo e hanno portato quantitá abominevoli di carne (manzo e maiale) e salmone. Unica posata un coltellaccio. La fiera della proteina. I boccali non si faceva in tempo a vuotarli che subito venivano riempiti.
Verso le dieci di sera (la cena é cominciata alle sei), ci hanno scaricati al centro di Vaasa e tolto la catena. Io sono andato in un locale tranquillo vicino l'albergo, ma molti colleghi sono sciamati abbaiando alla ricerca della disco e del casino (impresa ardua il Mercoledí notte a Vaasa, credetemi).
Il giorno dopo erano tutti grigi, senza espressione, alle prese con un postumo terribile; ripetevano come un mantra "per quest'anno basta sbronze".
Tornati a Hki i colleghi sono andati a completare il collasso a casa, mentre io, dopo una doccia ristoratrice, sono andato al corso di Tedesco e poi di nuovo ad un party, l'inaugurazione di uno studio fotografico, probabilmente il principale di tutta la Finlandia, una di quelle feste di cui si parla nei giornali patinati.
Ambiente per me praticamente nuovo. Metá delle persone al party erano potenziali clienti dello studio e metá "artisti" che campicchiano con il sussidio.
Lo studio fotografico é subentrato nei locali di un jazz bar che ho frequentato negli anni scorsi (ci suonava spesso un amico), uno spazio ipogeo grandissimo e articolatissimo nel cuore urbano di Hki.
Il dj, mezzo persiano mezzo tedesco, creava un ambiente di house con forte colore mediorientale (il suo scagnozzo poi avrebbe spostato verso l'India le suggestioni sonore). Bar fornitissimo (ma io mi sono limitato ad un bianchetto spiccio). Fiera dei personaggi bislacchi. Un Chesterton sarebbe andato in brodo di giuggiole.
La categoria che mi ha impressionato di piú é stata quella degli ex modelli. L'ex-modello é piú decadente dell'ex-modella.
Ne ho visti un paio in giacchette da quattro soldi, misero tentativo di seguire la moda con le misere risorse del sussidio statale. Aria depressa, sbattuta, sfiorita, senza speranza. Invitati per crudeltá a party ai quali partecipano per illudersi di stare a galla. Non mancavano dei suonatori (non ce la faccio a chiamarli "musicisti"), famosi in Finlandia, lerci lerci e sbronzi marci; si definivano "artisti", ma mi pareva solo una scusa per imporre la volgaritá del loro sudiciume e del loro eccesso.
Ho visto cataloghi umani di nevrotici, vari casi umani, ragazzette vestite malissimo che si credevano Grace Kelly. Ho passato la maggior parte del tempo con il mio amico polacco (uno dei soci dello studio) e la moglie (anche lei polacca).
Il piú sfigato in assoluto della festa é un tizio americano che ha l'appartamento nello stesso pianerottolo dove abita l'ex moglie finlandese (mai dimenticata) con il nuovo marito (uno Svedese imbottito di soldi). Ma cambiare casa no, eh?
A causa della mia barba nera e incolta e della camicia nera, sono stato scambiato per un pasdar, la guardia della rivoluzione in Iran.