31 luglio 2008

Vecchi disegni - 3

Nell'autunno del 2001 passai un week end di studio con un'amica nella villetta della sua famiglia al Circeo.
A queste latitudini settentrionali il mare non ha carattere. Puó essere bello, anche molto bello, ma é inodore, insapore, non si sente il sale, non si sente lo iodio. Ha l'insipidezza scivolosa di un laghetto qualsiasi. É acqua, non mare. É scipito come le genti sulle cui rive abitano.
Il Mediterraneo é l'esatto opposto del Baltico. Ha carattere, forza, puó sfoggiare machismo sopra le righe o languire in ozi capuani. Per questo suscita in te sempre emozioni, indifferentemente dalla stagione.
Le passeggiate notturne che facemmo sulla spiaggia del Circeo furono il perfetto basso continuo nella tempesta di sentimenti che mi scuoteva; il mare continuamente ghermiva la terra senza poterla portare nelle profonditá dei suoi abissi.
Quel che ricordo chiaramente di quel week end fu quel che non accadde.
Di quei due giorni mi rimane una poesia che non trascriveró e un disegno della mia amica mentre studiava:

Femme qui etudie
Seduta di spalle, senza mostrare il volto,
immersa in una luce da cui io, nella penombra, sono escluso.
Passó l'inverno. Fui ammesso ad altre luci.
E in primavera partii per il mio primo soggiorno finlandese.
Il disegno seguente é piú o meno coevo. Rappresenta un paesino a una sessantina di km da Roma dove abbiamo una seconda casa. Mi fu meta di chiuse di studio e di temporanei esili in solitaria meditazione.

Segni

22 luglio 2008

Matrimonio a Hausjärvi - Festa di nozze

Il festa di nozze si é tenuta presso il lago di Valkjärvi, il tipico paradiso naturale finlandese:

Valkjärvi

Sulle rive del lago é stato servito un modesto aperitivo (brut catalano e gustose fragole indigene), aperitivo durato un po' troppo (cioé il tempo servito agli sposi per salutare tutti gli ospiti e fare le foto di rito; di solito in Italia é un assalto all'arma bianca a vari trionfi enogastronomici).
Abbiamo notato con piacere che era presente una nutrita banda di bambini di tutte le etá, banda attratta irresistibilmente dal lago (avranno fatto avanzare la riva di qualche metro a forza di tirar sassi nell'acqua).
Un fratello dello sposo vive a Hong Kong con la moglie coreana, da cui ha avuto due gemelli, uno moro e una bionda.
Lo sposo e la sposa si sono conosciuti a Roma durante l'erasmus. La prima lingua che hanno parlato tra di loro é stato l'Italiano (e ancora lo parlano, frammisto al Fiammingo e al Finlandese). Molti dei loro amici parlano Italiano e anche i genitori dello sposo (che hanno una seconda casa in Toscana). L'italiano era, lo dico con orgoglio, la lingua ufficiosa della festa (quelle ufficiali il Fiammingo e il Finlandese e quella di servizio l'Inglese).
Dopo l'erasmus la sposa é tornata a Helsinki per finire gli studi, lo sposo l'ha seguita quasi subito (appena terminati i suoi) e a Helsinki ci siamo conosciuti (seguendo un corso penoso sull'architettura del legno). Ora entrambi vivono ad Anversa (cosa notevole, soprattutto alla luce del fatto che le Finlandesi spesso "impongono" ai partner stranieri di vivere in Finlandia; questo, tra l'altro, la dice lunga su chi porta i pantaloni nella coppia e chi li sembra portare).
Quando ormai ci eravamo rassegnati a rimanere a digiuno, una voce imperiosa ci ordina in Finlandese e in Inglese di andare a mangiare. La sala dove si é tenuto il banchetto era all'interno di questo tipico cottage a tronchi:

Kesäranta (spiaggia estiva)

Banchetto é una parola grossa, il buffet é quella che ci vuole. Ho scelto il posto in pole position per il buffet, vicino a noi si é seduta una coppia cantabrica (lei, architetto, é amica della sposa dai tempi dell'Erasmus e parla Italiano, lui, musicista jazz, suona in una band con due Romani; entrambi vivono a Pamplona). Ho sfoggiato un po' di Finlandese traducendo il menú (che era in Finlandese e Fiammingo).
Del resto dalle cene di lavoro ai banchetti di nozze i menú sono sempre gli stessi: salmone (crudo, affumicato o al forno), aringhe, siika (lavarello), insalata, arrosto di maiale e/o polpettine e gli immancabili karjalanpiirakat (dei tortini di farina di segale dalla vaga forma di vulva, ripieni di riso e miglio e serviti caldi con una "crema" di burro e uovo sodo).
L'alcool l'ha portato su da Tallinn, dove (ancora) costa poco, la famiglia della sposa (c'era vino spagnolo che in Spagna bevono i poveracci e gli studenti, ma che a queste latitudini é ritenuto ambrosia; birra, sidro e lonkero, una brutta copia del gin tonic in lattina).
Il cibo era caldo, avevamo fame e non siamo andati troppo per il sottile. L'unica cosa che non ho mangiato era una specie di hamburger di barbabietola.
Era contemplata una pausa prima della torta, che abbiamo usato per sgranchirci un po' le gambe.
Tornati in sala, insieme ai Cantabrici abbiamo preso (fregato) qualche biscotto preparato per il caffé (che sarebbe stato servito dopo la torta) e la cameriera non ha resistito all'impulso di venirci a rimproverare (tipico esempio del savoir faire finlandese) e noi non abbiamo resistito alla tentazione di prendere (fregare) altri biscotti (contribuendo con ció a rafforzare nella cameriera l'idea che i meridionali, per un Finlandese non c'é differenza tra uno Spagnolo, un Italiano, un Libico o un Turco, siano tutti sfacciati malandrini, come i Russi, del resto, al primo posto nella lista dei popoli odiati dai Finlandesi).
É arrivata la torta, anzi, le torte, che abbiamo provato e apprezzato tutte. Poi il caffé con i biscotti (che avevamo sfrontatamente mangiato in contropiede).
Dopo di che la sala di é svuotata e siamo andati a goderci il freschetto. Un padiglione fungeva da pista di ballo, dove, come da tradizione, gli sposi hanno ballato un Finnish tango (piú patetico e insipido di quello argentino), seguiti a ruota da coppie di vecchi lupi da balera. Noi ci siamo concessi qualche valzer e qualche chiacchiera con parenti dello sposo e della sposa. In particolare abbiamo soddisfatto la curiositá avida e provinciale tipica dei Finlandesi (soprattutto di quelli piú selvaggi, cioé quelli che non vivono nella regione metropolitana di Helsinki), parlando con un cugino della sposa. Appena abbiamo voltato le spalle (in senso letterale), il cugino ha tradotto agli altri la nostra conversazione (tra l'altro molto ingenuamente non ha aspettato nemmeno che ci allontanassimo, dandomi modo di intentere tutto, sebbene gli avessi detto di parlare Finlandese): io sono stato definito civil engineer (probabilmente qualifica talmente irraggiungibile da non poter nemmeno essere tradotta in Finlandese; secondario che fossi Italiano) e Lidia, con la concisione dell'odio cieco, venäläinen Siperiasta (Russa di Siberia). Tra l'altro il cugino (che mi sventolava sotto il naso due viaggi di lavoro a Shanghai, manco fosse diventato il CEO della Nokia) ha voluto sapere in quale compagnia lavorasse Lidia e con quale mansione, sperando di sentire che andasse a pulire i cessi dei malati di lebbra, ma é stato ampiamente deluso.
Poi le zanzare hanno preso il sopravvento. Non si poteva stare piú da nessuna parte; zampironi accesi dappertutto che pareva un sacrario militare; gli ospiti si infilavano in camicie di crema anti-zanzare; per ogni elicottero abbattuto ne arrivavano altri dieci. Unica cosa da fare: svignarsela!
Salutiamo al volo gli sposi e riusciamo a scroccare un passaggio fino a Riihimäki, dov'era il nostro hotel.

Matrimonio a Hausjärvi - Cerimonia in chiesa

Sabato scorso si é sposata una coppia di amici, lui fiammingo, lei finlandese.
La cerimonia si é tenuta nella vecchia chiesa di Hausjärvi (vicino Riihimäki, ca. 70 km a Nord di Helsinki), classica chiesetta evangelica in legno con volte a padiglione.
Nell'ambito del rispetto sostanziale della tradizione (cerimonia in chiesa), la coppia si permette alcune gustose variazioni, soprattutto in tema di abbigliamento:

Stijn&Kirsi

I maligni ricameranno supposizioni su chi é l'uomo e chi la donna nella coppia (forse nemmeno con tutti i torti), ma snickers bianche, completo di lino bianco H&M e camicia abbinata con il ciclamino dell'abito della sposa meritano il rispetto che si ha per lo stile. Personalmente ritengo che l'abito bianco per la sposa non possa essere oggetto di compromessi o soluzioni alternative (soprattutto se é il primo matrimonio; per spose di seconda mano o non piú giovanissime probabilmente il discorso si fa meno rigido).
In chiesa la dislocazione é stata classica: a sinistra i parenti della sposa e a destra quelli dello sposo, che, giocando in trasferta, non aveva molti tifosi.
La chiesa di Hausjärvi é tenuta da evangelici tra i piú progressisti, dal momento che il matrimonio é stata celebrato da un prete-donna. Non ho gridato allo scandalo, non ho abbandonato la cerimonia, ma a me il prete-donna non va giú: per me é un chiaro scarto dalla linea tracciata da Gesú, é il frutto di un'ignoranza selvaggia. Tutto sommato, considerando che la Finlandia si avvia gioiosamente ad essere una ginecocrazia nel giro di qualche generazione, é assolutamente logico che la donna finlandese assuma (usurpi) il ruolo dell'uomo finlandese (che ormai si accorge della propria virilitá solo quando gli urge di scopare).
Da uomo di mondo, ho mandato giú il boccone del prete-donna (non certo l'unico sintomo della degenerescenza dell'Occidente) e ho rivolto il mio disgusto alla moda femminile imperante: il revival anni '80 secondo H&M. Le ragazze hanno un non so che di infagottato, sciatto e terribilmente uniforme, con quelle ballerine senza tacchi, i pantacollant a metá polpaccio, i miserabili accessori da quattro soldi. Tanto vale infilarsi in un sacco di iuta.
Terminata la breve cerimonia, prima di scroccare un passaggio per il ristorante
ad uno dei tanti zii della sposa, che sfoggiava una cravatta rossa con girasoli arancioni, mi sono studiato gli ospiti. I Finlandesi erano generalmente in abito nero, camicia bianca e cravatta orripilante (sorvolo sulle scarpe); le Finlandesi sfoggiavano i tessuti nazionali Marimekko e andando avanti con l'etá ampi tendaggi da salone nobiliare a coprire le forme nutrite di birra e makkara (la salsiccia nazionale che contiene fino al 40% di carne). I Fiamminghi, quasi nessuno portava la cravatta e alcuni osavano anche il jeans. La peggiore in assoluto era una Fiamminga con un abito corto turchese e mezzi stivali di vernice blu che non c'entravano un piffero con il vestitino, una cosa inguardabile.
(continua)

15 luglio 2008

Groove FM

In un post precedente ho giá espresso la mia opinione sull'ascoltare la radio: non mi piace, ma faccio un'eccezione quando guido.
Durante lo scorso (troppo mite) inverno, ho ascoltato Classic Radio, apprezzando la programmazione di musica barocca. Ma con il passare dei mesi la selezione musicale si é spostata decisamente verso il ventesimo secolo, da Arnold Schönberg (mi sono arrischiato a sentire non mi ricordo piú quale sua dodecafonica composizione alla Filarmonica di Berlino ed é stata una mazzata sui cosiddetti; per fortuna per qualche oscura ragione ero solo e alla mia metá non é stato inflitto codesto martirio) fino allo sperimentalismo piú astruso del dopoguerra, cosa che certo non mi ha entusiasmato (certo per la mia scarsa cultura musicale); inoltre i musicisti indigeni, in primis Sibelius, hanno preso il sopravvento, ma anche loro, alla fine sono abbastanza modesti e dopo un po' stufano (per vedere la sala del centro musicale Sibeliustalo a Lahti, mi son tafazzianamente sorbito un concerto di Sibelius e Englund; l'acustica era disumanamente perfetta, by the way; se é  per questo mi sono anche sorbito la Sinfonia fantastica di Berlioz e la Terza di Beethoven alla Finlandiatalo; la Radion Sinfoniaorkesteri merita molto di piú della Finlandiatalo; a dirigere quella sera c'era un simpatico incrocio tra un barile di rum e Babbo Natale). Non parliamo della pubblicitá: gli eventi di musica classica in Finlandia sono minimi e propinarmeli alla grancassa ogni cinque minuti non fa altro che farmeli sembrare ancora piú marginali (come ad esempio il resital organizzato in memoria di Pavarotti con tempismo disumano).
Fatto sta che ho tradito Classic Radio per Russkoe Radio: almeno mi faccio un po' di Russo, mi son detto. E poi fa anche molto ribelle ascoltare Russkoe Radio, essendo i Russi al primo posto nella lista dei popoli odiati dai Finlandesi (seguono Svedesi ed Estoni, ma staccati di molto). Ma anche questa radio é stata una delusione: programmano esclusivamente pop e commerciale, ma di livello infimo, per il popolino piú ignorante, roba che Tiziano Ferro in confronto é Jacques Brel. Soprattutto i testi dei brani sono assolutamente banali.
Russkoe Radio mi ha deluso anche perché la musica russa che propongono é praticamente identica a quella americana che si sente dappertutto, solo che é cantata in Russo: di Russo non c'é rimasto niente! Ma ai Russi gli va bene: finalmente anche la loro musica é normale (piú che vergognarsi del passato sovietico, i Russi si vergognano del periodo dei torbidi, come Sol
ženicyn l'ha chiamato con riferimento ai torbidi tra la morte di Ivan il terribile e l'ascesa dei Romanov, cioé degli anni '90; inoltre i Russi sentono molto il confronto con l'Occidente e il gap tra i nostri standard e i loro; popolo indefinibile quello dei Russi, non sono occidentali e nemmeno orientali: sono il tertium non datur).
Fatto sta che ho lasciato al suo destino anche Russkoe Radio e sono tornato ai cd. Ma anche Bach, Händel, Vivaldi, Albinoni, Scarlatti, Corelli, Pergolesi, Gluck e Telemann, ascoltati e riascoltati, a lungo andare stuccano e mi sono di nuovo trovato nell'urgente necessitá di trovare un sottofondo musicale per quando guido.
Pare che le mie ricerche abbiamo dato frutto: Groove FM.
La selezione predilige R&B, disco anni '70 e '80 e brani famosi tra gli anni '60 e i '90. Fortunatamente evitano di programmare il pop finlandese, che é anche un po' heavy e soprattutto fa cagare.
Il fascino ambiguo di Groove FM risiede anche nel fatto che spesso vengono proposti pezzi noti in versioni mai sentite, ma versioni brutte, con arrangiamenti datati o interpreti non all'altezza. Mi ricordano d'istinto quei quei terribili cofanetti di Unforgettable Love Songs o di Greatest Successes of Latino Music made in Malaysia, che dalle spiagge tropicali del Pahang sono arrivati poi fino a Roma (e qualche cd anche quassú), realizzati non con la professionale keyboard e nemmeno con la passabile tastiera, ma con una scrausissima pianola da banda di liscio di provincia. Per divertimento le Unforgettable Love Songs le chiamavo le Untramontable Love Songs.

10 luglio 2008

Mondegreen

Oggi ho letto un articolo sull'edizione online del Corriere. L'articolo parlava di nuovi etimi (un centinaio) entrati ufficialmente nell'Inglese d'America. Tra gli altri c'è il nostrano prosecco. Una parola su tutte mi ha incuriosito: mondegreen.
Mondegreen è un errore di interpretazione o comprensione nell'ascolto di una brano di prosa o poesia recitato o di una canzone, errore che però non confligge con quanto ascoltato, anzi, ci sta a pennello.
La scrittrice americana Sylvia Wright, da bambina, amava ascoltare la madre leggerle una ballata scozzese, The bonny Earl of Murray.
La prima quartina recita:

Ye Highlands and ye Lawlands,
Oh! Where ha'e ye been:
They ha'e slain the Earl of Murray,
And they laid him on the Green.
(Voi Highlands e voi Lawlands,
Oh, dove eravate?
Hanno ammazzato il conte di Murray
e l'hanno lasciato sul prato)
Ma Sylvia Wright capiva:
They ha'e slain the Earl of Murray,
And Lady Mondegreen.
(hanno ammazzato il conte di Murray
e lady Mondegreen).

Si può notare che l'errore di comprensione non scombina il senso della frase, ma ne trova un altro. Cose come queste avrebbero mandato in brodo di giuggiolo Borges.
Nel mio piccolo vorrei citare due mondegreens, una mia e una di L.
Ero con mio fratello alla Messa di Natale dalle Missionarie della Carità nella loro casa al Celio; la cappellina è spoglia e senza fronzoli, c'è solo un crocifisso con la scritta I thirsty, un piccolo altare e tappeti su cui sedere. L'invito delle suore di Madre Teresa è per noi motivo di orgoglio perchè è riservato ai collaboratori più stretti. La lingua ufficiale dell'ordine è l'Inglese e le suore comunicano tra di loro esclusivamente in Inglese, onde anche la Messa è in Inglese.
Non è molto difficile da capire l'Inglese liturgico (per esempio si usa shall al posto di will, thou al posto di you e thy al posto di your), ma molto dipende dalla pronuncia di chi dice Messa. Di solito c'è un vecchio prete americano, un arzillo nonnetto, ma una volta abbiamo beccato un prete irlandese (presumo), azzimatissimo e INCOMPRENSIBILE. Per tutta la Messa ha parlato del Senegal, ogni 30 secondi nominava il Senegal; mio fratello ed io ci guardavamo a occhioni sgranati.
Solo dopo qualche giorno di tortura mentale ho capito che quel Senegal altri non era che un distortissimo Son of God!
La mondegreen di L. risale alla sua infanzia.
Da bambina imparó una canzone di Sofia Rotaru (una cantante ucraina degli anni '80), Аист на крыше (La cicogna sul tetto); ecco il testo:

Люди, прошу я,
Потише, потише,
Войны пусть сгинут во мгле.
Аист на крыше,
Аист на крыше,
Мир на земле.
(Gente, vi prego,
fate più piano, più piano,
lasciate scomparire le guerre nell'oscurità.
La cicogna sul tetto,
la cicogna sul tetto,
pace in terra)

Ma L. capiva il terzo verso:

Войны пусть сгинут в омлет
(lasciate scomparire le guerre nella frittata)

per omofonica similitudine tra va mgliè (nell'oscurità) e v amlièt (nella frittata).

8 luglio 2008

Vecchi disegni - 2

Due disegni fatti durante il CAR, Luglio 2002. Ho utilizzato due libere uscite domenicali per un paio di gite a Ravenna e Urbino (il CAR l'ho fatto a Pesaro).
La gita a Ravenna, mi sono portato dietro un pari-scaglione romano, che si è sorbito le mie dettagliatissime spiegazioni sull'architettura bizantina, con ricche digressioni sulla tecnologia costruttiva, la statica e i mosaici (inclusi doverosi cenni storici ed etimologici). Abbiamo visitato Sant'Apollinare in Classe (Classe sta per classis, flotta; un tempo lì erano gli ormeggi di una delle flotte imperiali) e il complesso San Vitale e Mausoleo di Galla Placidia, che ho colto l'occasione di schizzare:

Mausoleo di Galla Placidia
La Domenica successiva il pari-sca ha preferito andare a Rimini con il resto della compagnia e io me ne sono andato solo soletto a Urbino, a visitare il Palazzo Ducale, che ospita la Galleria Nazionale delle Marche.
Urbino è bella di per sè, il Palazzo Ducale per un fan dell'Alberti quale il sottoscritto è un valore aggiunto. Ecco un veloce studio del cortile del Palazzo:

Palazzo ducale di Urbino
Nella collezione della Galleria Nazionale sono conservati il ritratto ufficiale del duca Federico di Pedro Berruguete, la Flagellazione di Piero della Francesca (su cui ho letto un paio di anni fa l'acuto e accurato saggio "L'enigma di Piero" di Silvia Ronchey), la Muta di Raffaello, la Città ideale attribuita al Laurana e molti altri notevoli dipinti. Non dimentichiamoci dello studiolo del duca.
Rientrato a Pesaro, prima di tornare in caserma, mi sono concesso due belle piade.

4 luglio 2008

Vecchi disegni - 1

Due disegni fatti durante un viaggio a Lisbona nell'Agosto del 2001.
Nel primo una vista del quartiere di Baixa Chiado. Quel pomeriggio ero solo e mi godevo la brezza oceanica che stemperava l'irraggiamento solare; il giorno dopo sarebbe arrivata la persona che stavo aspettando. Questa è la frase che ho scritto per accompagnare il disegno: "m'inchioda al silenzio il ponentino del vespro che annotta il clamore dei sensi e mi tenta con un fantoccio di pace sanscrito, ma non rinuncio al mio ergo sum e non mi sciolgo dall'abbraccio del logos".

Baixa Chiado
Mi sciolsi dall'abbraccio del logos, quando quella persona arrivò.
Il secondo disegno l'ho fatto durante una mezza giornata di mare a Cascais, vicino Lisbona; rappresenta una donna grassa sdraiata sulla spiaggia con le figlie adolescenti (una botolo come la madre e una bellissima e sognante):

Cascais

1 luglio 2008

La scintilla assatanata

Qualche giorno fa arriva uno dei tre Indiani alla mia stanza. Si stava facendo un giretto, visto il clima vacanziero e rilassato.
Tutto contento mi dice che il suo visto é in scadenza e deve tornare in India per rinnovarlo da lí. Gli ci vorranno almeno un paio di mesi e quindi dovrá starsene in forzate ferie a casa.
Aveva negli occhi una scintilla assatanata, non giustificata dalla sola idea di starsene due mesi a casa.
Poi mi chiede se sono single. Che no, gli dico. E tu?, ribatto. Che sí, mi risponde e poi aggiunge che i suoi genitori gli stanno cercando una moglie e che quest'estate si sposerá. Viene da una regione interna dell'India, a Est di Mumbai, e lí usa che i genitori cerchino la moglie per il figlio. Ma dai, faccio io, qui invece facciamo tutto da soli. Ma puoi rifiutare?, gli chiedo. Lui mi assicura che a scegliere sará lui (sí, ma tra le candidate proposte dai genitori).
Beh, in bocca al lupo!, dico. Ma la scintilla assatanata nei suoi occhi non era spiegabile con le sue prossime nozze.
Poi aggiunge (coniugando candore e allupamento): in India non é permesso dormire con la propria moglie prima del matrimonio.
Aaaaaaaaaahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh: ecco da dove veniva la scintilla assatanata!