26 giugno 2008

L'ingegnere - 2 Studio di un caso (umano)

Questa settimana abbiamo partecipato ad un corso interno su un programma (Robot Millennium per il cemento armato); durante la pausa pranzo, sono capitato (mio malgrado) vicino al neolaureato (di cui al post precedente) e, contro l'abitudine locale al silenzio, mi ha amabilmente intrattenuto con la sua conversazione (mentre dall'altra parte del tavolo un collega si gustava un delizioso piatto di fettuccine salame e ananas): ha esordito chiedendomi cosa ne pensassi del programma. Io ho risposto evasivamente: carino. E lui, con gli occhi persi nel vuoto, come se mi sciorinasse la Tradizione guénoniana: questo programma non mi convince; come facciamo a sapere che il programma non commetta errori? Ci sono talmente tanti dati da inserire. Bisogna ricalcolare tutto a mano per essere sicuri. Allora, gli ho fatto notare, é chi lo usa, chi deve inserire i dati, che deve stare attento a non commettere errori; se sbagli a introdurre i dati, sei tu che sbagli, non il programma. E lui, granitico e stolido: ma ci sono talmente tanti dati da inserire, come faccio ad essere sicuro che il programma non commetta errori?
Mi sono tornate in mente le domande che infliggeva al trainer per mostrare la sua perspicuitá professionale, domande che scavando nell'inconscio della meccanica del continuo, volevano scovare l'errore nel programma o nel trainer, domande assolutamente impertinenti visto che trattavamo di cemento armato (dove cioé la precisione chirurgica é inutile): usava parole "torsione" che mi provocano conati di vomito (non reggo nemmeno allo stimolo al rigurgito quando sento "secondo ordine", ma almeno mi sono abituato a "instabilitá").
Avrei dovuto ribattere: é vero, bisogna stare attenti; ma non mi andava di darla vinta a quest'idiota che vuole darsi arie da gran progettista. Ho risposto che il programma funziona benissimo, che non c'era ragione di dubitare, ma che l'operatore deve stare molto attento. Quanto a controllare i risultati facendo i calcoli a mano, ho aggiunto, si puó fare nel caso in cui calcoli ad esempio una singola trave -come capita a te, cocco mio-, non quando progetti un edificio di mille mila metri quadrati su diversi piani.
Con la testardaggine di chi non ha il senso della realtá, lui ha continuato: ma come faccio a sapere che l'armatura di una trave é quella giusta: devo ricalcolare a mano. E io: si vede proprio che tu non hai progettato tante travi, perché se una trave é poco o troppo armata si vede a occhio.
Lui ha insistito ancora a non essere convinto di un programma che puó commettere errori se introduci i dati sbagliati (il programma sbaglia, non tu, eh?). E io, sbriciolato: bisogna stare attenti a inserire bene.
Abbiamo finito in silenzio la nostra Cobb-salaatti: uovo al tegame, pancetta fritta, pezzetti di petto di pollo, pezzetti di aurajuusto (formaggio simil-gorgonzola), olive e pomodori (era abbastanza mangiabile, soprattutto in confronto alle fettuccine salame e ananas).

CONCLUSIONE: Il neolaureato é un perfetto esempio di ingegnere ingegnere che vive nel suo mondo Lego (con l'aggravante che crede di essere figo, ma é solo insopportabilmente pedante).

L'ingegnere - 1 Fenomenologia di uno stereotipo

Gli ingegneri si dividono in due specie: ingegneri ingegneri e ingegneri "ma io non sono il tipico ingegnere".
Gli ingegneri ingegneri discendono direttamente dagli omini Lego, credono cioé nell'esistenza del solo mondo Lego (cioé il loro mondo professionale), ignorando a bella posta tutto il resto, e sono fanatici assertori delle leggi fisiche fino al paradosso antisociale. Sono riconoscibili da una serie di attributi come la panza, la pelata, i culi di bottiglia davanti gli occhi, la sfiga con l'altro sesso (controbilanciata da una passione instancabile per informatica e gadget tecnologici) e soprattutto la camicia a manica corta con taschino zeppo di penne.
Gli ingegneri "ma io non sono il tipico ingegnere" (specie al quale appartiene lo scrivente), sono professionalmente simili agli ingegneri ingegneri, ma si distinguono da questi ultimi per l'irresistibile appeal e soprattutto per uno o piú interessi/attivitá che hanno totalmente al di fuori del loro mondo professionale (per il sottoscritto: letteratura, viaggi e pittura olandese).
Secondo la mia esperienza, si diventa ingegneri ingegneri o ingegneri "ma io non sono il tipico ingegnere" per predisposizione genetica, in altre parole: é destino (e tu non ci puoi fare niente).

Un fulgido esempio di questa predisposizione genetica é riscontrabile in un neolaureato che é stato trainee da noi (e che molto probabilmente continuerá a lavorare da noi).
Ero rimasto molto colpito dal fatto che era venuto a presentarsi poco tempo dopo il mio arrivo; ero rimasto intrigato dalla banalitá della sua conversazione e folgorato dalla sua ignoranza di cose italiane (pur non essendo mai stato in Italia, ne parlava con consumata competenza, descrivendo il nostro Paese come una specie di far west mafioso con montagne di monnezza invece dei canyons dell'Arizona e guidato da una sorta di Mugabe bianco; ovviamente le mie parole di spiegazione risultavano totalmente inutili).

24 giugno 2008

Weekend a Tallinn - 2

Ho fatto un paio di disegni durante il w/e  a Tallinn. 
Il primo rappresenta un'Estone di mezz'etá curiosamente addormentata a bocca aperta su uno dei ponti (coperti) del traghetto: un incrocio tra l'urlo di Munch e una statua di Bomarzo.

donna addormentata  
Il secondo disegno é un tentativo di raffigurare uno scorcio del centro storico di Tallinn (una strada chiamata Pikk), tutto viuzze tortuose, spioventi, finestroni e abbaini. Ma la giornata non era delle migliori per il gran vento che tirava (non era un granché piacevole sedere all'aperto), né gradivo la compagnia di un gruppo di Brits che sedeva al tavolino accanto (troppo rumorosi, banali all'ennesimo grado e soprattutto non hanno degnato di un sorriso la bella cameriera estone tutta riccioli d'oro e occhioni azzurri, ma, con un provincialismo che gli esterofili italiani non vedono mai, hanno controllato con zelo contabile voce per voce il conto - alla faccia della sterlina che la corona estone se la magna e se la ricaca).

Pikk 
Avevo solo una penna a sfera blu.

22 giugno 2008

Weekend a Tallinn - 1

Ci siamo concessi un weekend a Tallinn in uno spa hotel, il Kalev SPA. Praticamente una piscina da 50m (con aquapark, wellness center e beauty center) con un hotel intorno.
L'hotel è concepito per i gusti dei turisti finlandesi, cosa che si può riscontrare ad esempio nel buffet che offre pietanze finlandesi (da notare che gli Estoni cucinano il cibo finlandese meglio dei Finlandesi stessi).
L'aquapark è nuovo e ben fatto. Wellness center e beauty center anche.
Il servizio è estone. Forse un misto tra la rude semplicità finlandese e spartana semplicitá sovietica.
Non sapevo mai che lingua usare, se fare uno sforzo in Finlandese o sfoggiare un po' di Russo; l'Inglese lo parlano generalmente in una maniera incomprensibile.
Di Tallinn non abbiamo visto praticamente niente: siamo arrivati il Venerdì sera tardi e stanchissimi, Sabato l'abbiamo passato a dormire, a vagare di jacuzzi in jacuzzi e a farci massaggiare. Siamo usciti solo la sera per andare a mangiare un boccone. Pioveva, i Russi (indigeni e turisti) erano elettrizzati per l'imminente match Olanda-Russia e, dopo trasognato vagare sotto la pioggia durante la notte bianca, siamo entrati al Peppersack,
un ristorante di ispirazione tedesco-medievale (che ci ha ricordato vagamente un ristorante di Amburgo dove siamo stati l'anno scorso): buon cibo (io ho preso maiale alla griglia con salsa di funghi e insalata di cavolo marinato e cetrioli sottaceto, L. salmone al forno con riso).
Ottima la birra estone (sinceramente non è difficile fare meglio di quella finlandese): ho apprezzato l'A. le Coq scura.
Oggi avevamo ancora dei trattamenti nel wellness e beauty center e c'è scappata solo una passeggiatina per il centro. Tutto sommato Tallinn è carina come qualsiasi città di provincia in Europa.
Ho notato che i Finlandesi si trasformano appena mettono piede sul suolo estone: assumono l'atteggiamento arrogante tipico del dominatore coloniale (con l'unico intento di sbronzarsi come galli cedroni). Non credo di allontanarmi troppo dal vero nell'affermare che i Finlandesi si sentano in diritto di aspettarsi che gli Estoni gli debbano baciare il culo perchè vanno a spendere il loro superfluo a Tallinn. La loro (presunta) maggiore ricchezza e l'odio che provano per gli Estoni li portano ad aspettarsi questo. Nota bene: gli Estoni sono solo al terzo posto nella lista dell'odio: al primo ci sono i Russi e di gran lunga staccati gli Svedesi).
Tra i Russi vige lo stereotipo dell'Estone lento (nel parlare, nel pensare e nell'agire). Devo dire che il senso di questo stereotipo mi sfuggiva, perchè già i Finlandesi mi parevano lenti, ma gli Estoni lo sono ancora di più! Incredibile.

18 giugno 2008

Giorni intenZi

Sabato pomeriggio festa di laurea di un'amica finlandese. Si è laureata in Filologia italiana (sono stato revisore di un capitolo della sua tesi), per quanto ci riguarda poteva laurearsi benissimo in Cucina italiana: ha preparato con le sue mani una ricchissima serie di gustose torte salate e si è superata con i dolci (pannacotta e torta di mele in primis!). Bella festa, praticamente tutte donne; sarebbe stata una pacchia per predatori di biondine: gli unici uomini io, ma impegnato, e un Tedesco con un sorriso da ormoni impazziti (l'altro Crucco non lo conto in quanto finlandesizzato). Ci siamo fatti sotto con il buffet e non riuscivamo a smettere di mangiare. Verso l'ora di cena siamo andati al Soul Kitchen, ristorante a Kallio, dove abbiamo cenato con i nostri amici polacchi (mi sono sparato un hamburgerone da paura, che ha destato le invidie del Polacco, che a sua volta non ha resistito alla tentazione di farsi il bis). Dopo cena, non si sa come, siamo riusciti a entrare in macchina.
Domenica ci è venuto a trovare un collega universitario di Lidia, Russo di Lettonia, a Hki per lavoro. Con il suo aiuto sono andato a ritirare il paravento che mi sono fatto costruire da un artigiano andaluso-finlandese di Fiskars (villaggio di designers, artisti e architetti). Poi la mia pizza.
Lunedì mi sono fatto cacciare dal corso di Tedesco, perchè ho obbligato l'insegnante a tenerlo in Tedesco e non in Finlandese (voglio vedere voi a fare gli esercizi traducendo seduta stante dal Finlandese al Tedesco), sebbene io fossi l'unico straniero tra una ventina di Finni. L'insegnante avrebbe voluto tenerlo in Inglese, ma non si fidava del suo Inglese. Se tu parlassi Russo sarebbe meglio, mi ha detto commiserandomi. Per me non c'è problema, si può parlare Russo, le ho risposto, suscitando l'ilarità generale (nessuno si aspetta mai che parli Russo).
In realtà mi hanno silurato dal corso martedì mattina con una telefonata.
Oggi er Ciàina ha finalmente cambiato camicia (gli ci è voluta più di una settimana per decidersi).
Venerdì in Finlandia si celebra Juhannus (san Giovanni) e ne approfittiamo per un weekend a Tallinn in uno spa hotel.

12 giugno 2008

Garlic fall out e non solo

Dopo i miseri tentativi di small talk con il sottoscritto, dopo le tremende e solitarie performances canore, er Ciáina torna alla ribalta per il garlic fall out, lo strascico radioattivo all'aglio. Non solo ha contaminato il micro-onde (e tutta la cucina) con le sue pietanze all'aglio, ma ogni volta che passa per il corridoio lascia una pestifera scia che rimane in giallastra sospensione aerea per qualche minuto.

Il nostro esperto informatico: probabilmente le donne non noteranno altro che i suoi occhi intensissimi tra il verde e l'azzurro, ma non essendo donna non mi sono sfuggiti il suo fisico da habitue di Hesburger (la versione finlandese di McDonald's), e il suo look da ufficio: ciavatta (lessicalmente piú pregna di ciabatta), pantalone della tuta, felpa (di quelle che si mettono quando si ha l'influenza e fuori piove) e capoccia leccatissima di gel.

Continua la saga dei tre del summer job: i due ragazzi, dopo aver vagato per i corridoi per qualche giorno con occhi sbarrati e con un foglio fresco di fotocopia in mano, hanno conquistato una postazione con computer (donde navigheranno tutto il giorno in internet, presumo); la ragazza é stata messa a pulire tutto il pulibile immaginabile: con quella chioma platinata ed esplosa, il look H&M e lo straccio in mano ha un'aria da cenerentola cyberpunk.

11 giugno 2008

Suomenlinna

Lo scorso weekend abbiamo avuto ospiti due amici da Berlino (Tedeschi e non Russi, questa volta). Abbiamo fatto del nostro meglio per viziarli e metterli all'ingrasso (con buoni risultati, devo dire); sfortunatamente non siamo riusciti a fare piú di tre pasti al giorno e siamo dovuti scendere ad odiosi compromessi (anche tenendo conto che i nostri Tedeschi non sono voraci quanto Italiani e Russi), ma non sono mancati cornetti fatti in casa, fettuccine alla boscaiola, pizza fatta in casa, crostata della nonna, bruschette al pomodoro, bistecchine di manzo alla griglia con brie e cipolla verde ecc.
Sabato abbiamo passato la giornata a Suomelinna, un'isoletta a quindici minuti di traghetto da Hki, una delle ultime prima del mare aperto, posto ideale per piazzarci un bell'avamposto difensivo, tenerci una prigione o una seconda casa (forse non in quest'ordine e forse non contemporaneamente); c'é anche chi ci abita in pianta stabile.
Eravamo giá stati a Suomenlinna un paio di settimane fa per il compleanno di un amico polacco; per l'occasione avevamo pranzato al Café Chapman, un ottimo ristorante (ottimo per i livelli finlandesi). Siamo tornati da Chapman anche questa volta e non ci ha deluso (a chi ci capitasse consiglio il buffet).
La giornata era assolata ma ventosa, dopo Chapman ci siamo spalmati sulle rocce della costa per sfuggire al vento e prendere il sole (e se n'é preso un bel po', considerata la latitudine).
Il resto del weekend é trascorso ancora piú pigramente.

5 giugno 2008

Una giornata a Vaasa

Oggi sono stato a Vaasa in visita alla casa madre per l'irrinunciabile Introduction Day, grazie al quale ogni nuovo employee (viene messo a parte dei vincenti segreti del gruppo.
Se fosse stato proibito pronunciare parole come le seguenti: challenging, quality, project, management, business, target, skill, demanding, compete, reliability, resource, task, mission, communication, development, multi-discipline, added values, design, engineering, turn over, multicultural environment e strategy, praticamente ce la saremmo cavata in venti minuti invece che in quattro ore.
Ogni top manager ha fatto la sua relazione con le sue slides: il più pietoso è stato uno che ha concluso il suo intervento assicurandoci che noi siamo i migliori al mondo e che lui non ha visto in tutta la sua carriera professionisti più cazzuti di noi (ovviamente intendeva dire che i Finlandesi sono i migliori al mondo); il più acido è stato uno che doveva parlare dopo la pausa caffè e siccome gli seccava aspettare che la gente tornasse dalla pausa ha iniziato il suo discorso con mezza sala vuota e parlava con la velocità di uno che stesse sciorinando uno scioglilingua in lumachese. Un altro dall'aria volpina alla fine del suo intervento ci ha dispettosamente chiesto quanti dipendenti ci fossero a Oulu per farci scherzosamente (forse) notare che eravano stanchi o disattenti e alla mia esatta risposta di 26 si è messo in tasca il sorrisetto paraculo e se n'è andato via con la coda tra le gambe.
Al ritorno a casa dall'aeroporto ho beccato un tassista russo. All'inizio parlavamo in Finlandese, ma poi ho scoperto che era Russo e abbiamo iniziato a conversare a briglia sciolta in Russo. Mi ha raccontato di sé vita morte e miracoli e io mi sono tolto la soddisfazione di farmi dare da lui del voi, mentre gli davo del tu.

3 giugno 2008

Tre fantasmi

Ieri in ufficio sono arrivati tre giovanissimi per il loro summer job (il lavoretto estivo).
Sono tutti e tre sui 17-18 anni. C'é uno spilungone secco secco, un altro con pelle e occhiaie da adolescente e una ragazza che pare si pettini ogni mattina mettendo il ditino nella presa della corrente (ha i capelli di un colore tra il giallo e il bianco).
Stamattina sono arrivato in ufficio verso le sette meno un quarto, come al solito, e ho notato la presenza di tre giovani fantasmi che vagavano insonnoliti per i corridoi, davano l'acqua alle piante, preparavano il caffé (che tra l'altro, nonostante quanto affermi nel post precedente, non é del tutto disprezzabile essendo, per lo meno, bello forte).
Mi sono sorbito anche oggi il mio curry cappuccino, ormai non posso piú farne a meno. Tra l'altro mi prepara spiritualmente ad applicarmi al kamasutra dell'ingegnere, quell'eccitantissimo e scandaloso manuale che mostra nei piú intimi e scabrosi dettagli tutte le possibili e immaginabili combinazioni di elementi in acciaio e/o in c.a. (previa consultazione del sagomario, ove sono classificati con dovizia di dettagli tutti i membri in acciaio).