Durante uno scalo all'aeroporto di Šeremet'evo (Mosca), alla fine di agosto, osservavo gli altri passeggeri nell'attesa del volo per Helsinki e la mia attenzione è stata catturata da una donna russa di circa trentacinque anni, che era con due bambini.
Il piccolo, avrà avuto due o tre anni, era
stanco e nervoso e la madre aveva gran cura a
coccolarselo e a mormorargli all'orecchio dolci paroline per
calmarlo. La figlia grande, di una decina d'anni, leggeva composta e
assorta un manuale di scacchi per bambini (quei grandi liquidi occhi
marroni, quel taglio languido della bocca e quelle due lunghe trecce
bionde fra non molto causeranno sospiri e desideri a maschi di varie
età).
Quella donna mi dava scacco
Quella donna mi dava scacco
Era indubbiamente bella. Forse appena qualche anno prima era stata bellissima, come possono esserlo le russe. Ma i due parti
avevano lasciato tracce: il seno si era un po'
appesantito, mentre i fianchi, forse ora un po' troppo generosi, erano fasciati da un morbido e ampio panneggio. Anche la freschezza del
volto era provata dal viaggio.
Eppure non riuscivo a staccare gli occhi da lei.
Nel frattempo da uno schermo era proiettato un video di un'agenzia di
viaggi, in cui giovani tenniste russe giocavano a tennis tra i
monumenti del mondo. La camera indugiava birichina tra i loro volti deliziosi e tra
le loro curve ipnotizzanti; naufragavo nelle divine proporzioni dei
loro corpi, m'arrovellavo nel computo del taglio dei loro occhi o delle
loro labbra, nella misurazione delle gambe ben plasmate che esplodevano
energia di tra lo svolazzar dei gonnellini. Ma, sopravvissuto allo sturbo
iniziale, mi rendevo conto di quanta finzione ci fosse nelle giovani
tenniste e di quanta realtà ci fosse nella madre che mi sedeva di
fronte.
Sebbene m'ispirassero entrambe desideri sessuali,
erano desideri differenti: le tenniste incarnavano una passione sterile,
la madre un desiderio fecondo; le tenniste incarnavano la bellezza
della perfezione formale, la madre la bellezza della fertilità,
dell'amore consumato fino in fondo. Le tenniste erano icone
bidimensionali, coiti interrotti, maternità rinunciate, la madre è donna
perfetta, perchè ha portato a compimento l'amore nella generazione della
vita.
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