12 dicembre 2008

Vacanze ai Caraibi: due approcci diversi - 2

Eppure c'é chi ha preso il pacchetto tutto incluso!
Che significa: colazione pranzo cena e drinks sempre e comunque in albergo.
Detto cosí pare un'idiozia, sapendo che lí fuori c'é un ben di Dio di ristoranti e locali!
Eppure c'é gente che non mette mai il naso fuori dall'albergo! Che riduce la vacanza a far la spola tra la spiaggia e il baretto dell'hotel (soprattutto i turisti inglesi li ho visti applicarsi con costanza alla frequentazione dei baretti e mantenere ininterrrotta la sbronza per tutto il soggiorno).
Ma per quanto possano variare i ristoranti degli alberghi, la scelta non sará mai comparabile con quella dei 2 km di Reduit Beach Avenue!
E qui scatta il paletto culturale. La maggior parte dei turisti non ha il palato viziato come noi Italiani. Per loro, mangiare una porzione di mahi-mahi con salsette creole e platani fritti oppure agnello panato e verdure au gratin non fa differenza. É tutto esotico, é tutto fico, pure le verdure au gratin (quando poi sentono la nostalgia di casa, si fanno una bella bistecca affogata in una pozza di disgustosa salsa barbecue e nascosta da una valanga di patatine fritte).
Noi Italiani invece ci focalizziamo troppo sul cibo e gli diamo un'importanza che talvolta rasenta il ridicolo (e non lo dico per snobismo e so bene quando da noi la socialitá e il mangiare siano collegati).
Quello che voglio dire é che la maggior parte dei turisti (e a St. Lucia vengono quasi tutti da USA, Canada e UK) non apprezza la possibilitá di una ricca scelta gastronomica.
Per farla breve, l'all inclusive a Reduit Beach é una gran cazzata, perché ti privi di tanta scoperte interessanti.
Quello che sanno fare ovunque, abbiamo notato, sono i cocktails. Ovunque ne abbiamo bevuto, erano sempre strabilianti. E non parlo solo di creazioni complicate. Anche un semplice rum e coca te lo facevano diventare un'esperienza al limite dell'estasi.
Il ristorante che ci é piaciuto piú di tutti é stato il Ti Bananne (ristorante del Coco Palm Resort). Ci abbiamo mangiato ben tre volte: due volte al buffet e una volta á la carte. Fa cucina creola, che é una specie di figliastra della cucina francese fortemente caratterizzata dalle materie prime caraibiche. Usano spesso una salsa al pomodoro piccantina (simile alla nostra, ma meno legata e meno forte per non coprire troppo i sapori), la usano addirittura sul pesce e sull'aragosta (per noi Italiani é strano, perché il pesce siamo abituati a mangiarlo praticamente cosí com'é, se non aggiungendo sale e limone; la tanto vantata aragosta con salsa creola al pomodero mi ha un po' deluso, rimpiango le semplici insalate di aragosta e melone verde che mangiavamo in Malesia dal cantonese Pak Su). Porzioni sufficienti. Dolci divini.
Ci é piaciuto anche il ristorante indiano Razmataz, ha retto bene il paragone con l'Amrit di Berlino e il Namaskaar di Hki.
Da Rituals Coffee (clone di Robert's Coffee) facevano un ottimo caffé. Da Nougatine abbiamo mangiato ottime paste (dolci e salate) e bevuto il tipico té al cioccolato di St. Lucia (fatto con farina di cacao aromatizzata con chiodi di garofano, noce moscata e cinnamomo e servito con un bastoncino di vaniglia).
E da ultimo, sulla strada per Castries, la capitale, c'era il banchetto del cocco fresco. Nostra meta fissa per la colazione (due cocchi freschi a capoccia).

fresh coconut
Quand'é che l'all inclusive conviene? Quando scegli un resort isolato, come l'East Winds Inn (ci é piaciuto molto e ce ne ha parlato molto bene una coppia d'Inglesi conosciuta in gita): spiaggia privata, nessuno che ti rompe le palle, ma ti serve la macchina a nolo (o il taxi) se vuoi andartene a cercare guai altrove.

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