Il festa di nozze si é tenuta presso il lago di Valkjärvi, il tipico paradiso naturale finlandese:
Sulle rive del lago é stato servito un modesto aperitivo (brut catalano e gustose fragole indigene), aperitivo durato un po' troppo (cioé il tempo servito agli sposi per salutare tutti gli ospiti e fare le foto di rito; di solito in Italia é un assalto all'arma bianca a vari trionfi enogastronomici).
Abbiamo notato con piacere che era presente una nutrita banda di bambini di tutte le etá, banda attratta irresistibilmente dal lago (avranno fatto avanzare la riva di qualche metro a forza di tirar sassi nell'acqua).
Un fratello dello sposo vive a Hong Kong con la moglie coreana, da cui ha avuto due gemelli, uno moro e una bionda.
Lo sposo e la sposa si sono conosciuti a Roma durante l'erasmus. La prima lingua che hanno parlato tra di loro é stato l'Italiano (e ancora lo parlano, frammisto al Fiammingo e al Finlandese). Molti dei loro amici parlano Italiano e anche i genitori dello sposo (che hanno una seconda casa in Toscana). L'italiano era, lo dico con orgoglio, la lingua ufficiosa della festa (quelle ufficiali il Fiammingo e il Finlandese e quella di servizio l'Inglese).
Dopo l'erasmus la sposa é tornata a Helsinki per finire gli studi, lo sposo l'ha seguita quasi subito (appena terminati i suoi) e a Helsinki ci siamo conosciuti (seguendo un corso penoso sull'architettura del legno). Ora entrambi vivono ad Anversa (cosa notevole, soprattutto alla luce del fatto che le Finlandesi spesso "impongono" ai partner stranieri di vivere in Finlandia; questo, tra l'altro, la dice lunga su chi porta i pantaloni nella coppia e chi li sembra portare).
Quando ormai ci eravamo rassegnati a rimanere a digiuno, una voce imperiosa ci ordina in Finlandese e in Inglese di andare a mangiare. La sala dove si é tenuto il banchetto era all'interno di questo tipico cottage a tronchi:
Banchetto é una parola grossa, il buffet é quella che ci vuole. Ho scelto il posto in pole position per il buffet, vicino a noi si é seduta una coppia cantabrica (lei, architetto, é amica della sposa dai tempi dell'Erasmus e parla Italiano, lui, musicista jazz, suona in una band con due Romani; entrambi vivono a Pamplona). Ho sfoggiato un po' di Finlandese traducendo il menú (che era in Finlandese e Fiammingo).
Del resto dalle cene di lavoro ai banchetti di nozze i menú sono sempre gli stessi: salmone (crudo, affumicato o al forno), aringhe, siika (lavarello), insalata, arrosto di maiale e/o polpettine e gli immancabili karjalanpiirakat (dei tortini di farina di segale dalla vaga forma di vulva, ripieni di riso e miglio e serviti caldi con una "crema" di burro e uovo sodo).
L'alcool l'ha portato su da Tallinn, dove (ancora) costa poco, la famiglia della sposa (c'era vino spagnolo che in Spagna bevono i poveracci e gli studenti, ma che a queste latitudini é ritenuto ambrosia; birra, sidro e lonkero, una brutta copia del gin tonic in lattina).
Il cibo era caldo, avevamo fame e non siamo andati troppo per il sottile. L'unica cosa che non ho mangiato era una specie di hamburger di barbabietola.
Era contemplata una pausa prima della torta, che abbiamo usato per sgranchirci un po' le gambe.
Tornati in sala, insieme ai Cantabrici abbiamo preso (fregato) qualche biscotto preparato per il caffé (che sarebbe stato servito dopo la torta) e la cameriera non ha resistito all'impulso di venirci a rimproverare (tipico esempio del savoir faire finlandese) e noi non abbiamo resistito alla tentazione di prendere (fregare) altri biscotti (contribuendo con ció a rafforzare nella cameriera l'idea che i meridionali, per un Finlandese non c'é differenza tra uno Spagnolo, un Italiano, un Libico o un Turco, siano tutti sfacciati malandrini, come i Russi, del resto, al primo posto nella lista dei popoli odiati dai Finlandesi).
É arrivata la torta, anzi, le torte, che abbiamo provato e apprezzato tutte. Poi il caffé con i biscotti (che avevamo sfrontatamente mangiato in contropiede).
Dopo di che la sala di é svuotata e siamo andati a goderci il freschetto. Un padiglione fungeva da pista di ballo, dove, come da tradizione, gli sposi hanno ballato un Finnish tango (piú patetico e insipido di quello argentino), seguiti a ruota da coppie di vecchi lupi da balera. Noi ci siamo concessi qualche valzer e qualche chiacchiera con parenti dello sposo e della sposa. In particolare abbiamo soddisfatto la curiositá avida e provinciale tipica dei Finlandesi (soprattutto di quelli piú selvaggi, cioé quelli che non vivono nella regione metropolitana di Helsinki), parlando con un cugino della sposa. Appena abbiamo voltato le spalle (in senso letterale), il cugino ha tradotto agli altri la nostra conversazione (tra l'altro molto ingenuamente non ha aspettato nemmeno che ci allontanassimo, dandomi modo di intentere tutto, sebbene gli avessi detto di parlare Finlandese): io sono stato definito civil engineer (probabilmente qualifica talmente irraggiungibile da non poter nemmeno essere tradotta in Finlandese; secondario che fossi Italiano) e Lidia, con la concisione dell'odio cieco, venäläinen Siperiasta (Russa di Siberia). Tra l'altro il cugino (che mi sventolava sotto il naso due viaggi di lavoro a Shanghai, manco fosse diventato il CEO della Nokia) ha voluto sapere in quale compagnia lavorasse Lidia e con quale mansione, sperando di sentire che andasse a pulire i cessi dei malati di lebbra, ma é stato ampiamente deluso.
Poi le zanzare hanno preso il sopravvento. Non si poteva stare piú da nessuna parte; zampironi accesi dappertutto che pareva un sacrario militare; gli ospiti si infilavano in camicie di crema anti-zanzare; per ogni elicottero abbattuto ne arrivavano altri dieci. Unica cosa da fare: svignarsela!
Salutiamo al volo gli sposi e riusciamo a scroccare un passaggio fino a Riihimäki, dov'era il nostro hotel.
Sulle rive del lago é stato servito un modesto aperitivo (brut catalano e gustose fragole indigene), aperitivo durato un po' troppo (cioé il tempo servito agli sposi per salutare tutti gli ospiti e fare le foto di rito; di solito in Italia é un assalto all'arma bianca a vari trionfi enogastronomici).
Abbiamo notato con piacere che era presente una nutrita banda di bambini di tutte le etá, banda attratta irresistibilmente dal lago (avranno fatto avanzare la riva di qualche metro a forza di tirar sassi nell'acqua).
Un fratello dello sposo vive a Hong Kong con la moglie coreana, da cui ha avuto due gemelli, uno moro e una bionda.
Lo sposo e la sposa si sono conosciuti a Roma durante l'erasmus. La prima lingua che hanno parlato tra di loro é stato l'Italiano (e ancora lo parlano, frammisto al Fiammingo e al Finlandese). Molti dei loro amici parlano Italiano e anche i genitori dello sposo (che hanno una seconda casa in Toscana). L'italiano era, lo dico con orgoglio, la lingua ufficiosa della festa (quelle ufficiali il Fiammingo e il Finlandese e quella di servizio l'Inglese).
Dopo l'erasmus la sposa é tornata a Helsinki per finire gli studi, lo sposo l'ha seguita quasi subito (appena terminati i suoi) e a Helsinki ci siamo conosciuti (seguendo un corso penoso sull'architettura del legno). Ora entrambi vivono ad Anversa (cosa notevole, soprattutto alla luce del fatto che le Finlandesi spesso "impongono" ai partner stranieri di vivere in Finlandia; questo, tra l'altro, la dice lunga su chi porta i pantaloni nella coppia e chi li sembra portare).
Quando ormai ci eravamo rassegnati a rimanere a digiuno, una voce imperiosa ci ordina in Finlandese e in Inglese di andare a mangiare. La sala dove si é tenuto il banchetto era all'interno di questo tipico cottage a tronchi:
Banchetto é una parola grossa, il buffet é quella che ci vuole. Ho scelto il posto in pole position per il buffet, vicino a noi si é seduta una coppia cantabrica (lei, architetto, é amica della sposa dai tempi dell'Erasmus e parla Italiano, lui, musicista jazz, suona in una band con due Romani; entrambi vivono a Pamplona). Ho sfoggiato un po' di Finlandese traducendo il menú (che era in Finlandese e Fiammingo).
Del resto dalle cene di lavoro ai banchetti di nozze i menú sono sempre gli stessi: salmone (crudo, affumicato o al forno), aringhe, siika (lavarello), insalata, arrosto di maiale e/o polpettine e gli immancabili karjalanpiirakat (dei tortini di farina di segale dalla vaga forma di vulva, ripieni di riso e miglio e serviti caldi con una "crema" di burro e uovo sodo).
L'alcool l'ha portato su da Tallinn, dove (ancora) costa poco, la famiglia della sposa (c'era vino spagnolo che in Spagna bevono i poveracci e gli studenti, ma che a queste latitudini é ritenuto ambrosia; birra, sidro e lonkero, una brutta copia del gin tonic in lattina).
Il cibo era caldo, avevamo fame e non siamo andati troppo per il sottile. L'unica cosa che non ho mangiato era una specie di hamburger di barbabietola.
Era contemplata una pausa prima della torta, che abbiamo usato per sgranchirci un po' le gambe.
Tornati in sala, insieme ai Cantabrici abbiamo preso (fregato) qualche biscotto preparato per il caffé (che sarebbe stato servito dopo la torta) e la cameriera non ha resistito all'impulso di venirci a rimproverare (tipico esempio del savoir faire finlandese) e noi non abbiamo resistito alla tentazione di prendere (fregare) altri biscotti (contribuendo con ció a rafforzare nella cameriera l'idea che i meridionali, per un Finlandese non c'é differenza tra uno Spagnolo, un Italiano, un Libico o un Turco, siano tutti sfacciati malandrini, come i Russi, del resto, al primo posto nella lista dei popoli odiati dai Finlandesi).
É arrivata la torta, anzi, le torte, che abbiamo provato e apprezzato tutte. Poi il caffé con i biscotti (che avevamo sfrontatamente mangiato in contropiede).
Dopo di che la sala di é svuotata e siamo andati a goderci il freschetto. Un padiglione fungeva da pista di ballo, dove, come da tradizione, gli sposi hanno ballato un Finnish tango (piú patetico e insipido di quello argentino), seguiti a ruota da coppie di vecchi lupi da balera. Noi ci siamo concessi qualche valzer e qualche chiacchiera con parenti dello sposo e della sposa. In particolare abbiamo soddisfatto la curiositá avida e provinciale tipica dei Finlandesi (soprattutto di quelli piú selvaggi, cioé quelli che non vivono nella regione metropolitana di Helsinki), parlando con un cugino della sposa. Appena abbiamo voltato le spalle (in senso letterale), il cugino ha tradotto agli altri la nostra conversazione (tra l'altro molto ingenuamente non ha aspettato nemmeno che ci allontanassimo, dandomi modo di intentere tutto, sebbene gli avessi detto di parlare Finlandese): io sono stato definito civil engineer (probabilmente qualifica talmente irraggiungibile da non poter nemmeno essere tradotta in Finlandese; secondario che fossi Italiano) e Lidia, con la concisione dell'odio cieco, venäläinen Siperiasta (Russa di Siberia). Tra l'altro il cugino (che mi sventolava sotto il naso due viaggi di lavoro a Shanghai, manco fosse diventato il CEO della Nokia) ha voluto sapere in quale compagnia lavorasse Lidia e con quale mansione, sperando di sentire che andasse a pulire i cessi dei malati di lebbra, ma é stato ampiamente deluso.
Poi le zanzare hanno preso il sopravvento. Non si poteva stare piú da nessuna parte; zampironi accesi dappertutto che pareva un sacrario militare; gli ospiti si infilavano in camicie di crema anti-zanzare; per ogni elicottero abbattuto ne arrivavano altri dieci. Unica cosa da fare: svignarsela!
Salutiamo al volo gli sposi e riusciamo a scroccare un passaggio fino a Riihimäki, dov'era il nostro hotel.
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