11 agosto 2008

Ferragosto si avvicina

Clima autunnale: pioggia, prime foglie che cadono. La terra é ancora verde, verde cupo; passeggiando per i sentieri di campagna dietro casa sento la Natura al massimo della sua pienezza, all'apice della parabola, curva sotto ricchi e pesanti drappi di fertilitá dalla fragranza zuccherina quasi stordente; ma giá i fiori hanno dato i loro nettari e ondeggiano spogliati al vento come moncherini; i tepori estivi si fanno piú volatili, piú incostanti; il sole comincia ad essere l'eccezione e non la norma. É tornata la notte, rivediamo le stelle e i tramonti.
A tutto penso meno a che sará Ferragosto tra quattro giorni.

Ieri siamo stati a cena con un collega e la sua ragazza. Il collega é indiano, ma vive da molti anni in Finlandia, tanto da aver giá collezionato prole e prammatico divorzio.

DIVAGAZIONE SUL DIVORZIO IN FINLANDIA
Considerato che:
1) la Finlandia é una ginecocrazia in fieri;
2) la legislazione vigente in materia di divorzio é tutta a favore della donna;
3) tutte le professioni interessate dall'espletamento del divorzio sono esercitate quasi esclusivamente da donne (giudici e psicologhe in primis);
4) lo Stato supporta generosamente e amorevolmente i single parents e i singles in generale (essendo i Finlandesi tradizionalmente dei solitari);
si evince che:
é conveniente per la moglie, dopo aver messo su casa e sfornato eredi, liberarsi della zavorra del marito (le cui principali attivitá sono bere birra e guardare hockey) perché:
1) le sará assegnata detta casa (che toccherá comunque pagare all'ex marito, che sará costretto a trascinare sua esistenza in squallidi mq 40 in affitto);
2) le saranno assegnati detti eredi (che la ex moglie affiderá al marito nei w/e in cui vorrá folleggiare con le amiche in disco, sbronzandosi come una iena ed eventualmente dandola al gallo di turno).
FINE DIVAGAZIONE

NOTA SULLA DIVAGAZIONE
Ho notato che molti stranieri, abbindolati da donne finlandesi, si sono trasferiti a codeste latitudini, hanno messo su casa, prolificato e dopo qualche anno hanno ricevuto il benservito; costoro rimangono poi a condurre amare esistenze in una terra che non li accoglie né li respinge per la sola ragione di star vicino a detta prole.
Ne ho conosciuti moltissimi. In ufficio, ad esempio, ce ne sono almeno tre (l'Indiano, il Canadese e uno dei Coreani).
FINE NOTA

Siamo andati a mangiare al solito Soul Kitchen.
Avremmo preferito stare a casa, ma il collega ha insistito tanto.
Mi aveva un po' infastidito perché si era autoinvitato da noi. Dirottata la serata sul ristorante, mi ha poi quasi ordinato di venirli a prendere con la mia macchina. Il che mi ha infastidito ancora di piú.
La sua ragazza é russa e lui sarebbe contento se stringesse amicizie con Russe che giá vivono in Finlandia. Io ho sempre detto che mi avrebbe fatto piacere incontrarci, ma, da buon Italiano, visto che non me ne fregava piú di tanto, posponevo sempre l'incontro. Alla fine ho visto un decisivo vantaggio nell'incontrarli: avrei fatto parlare il collega per sapere un po' di piú sulla nuova compagnia in cui lavoro.
L. ha parlato tutta la sera con la ragazza; la ragazza viene dalla Carelia e lavora in un asilo nido; l'ha definita molto semplice, cioé di un'ignoranza spaventosa (non sapeva dove fosse Roma, non sapeva niente della Germania); del resto ben s'accoppia all'Indiano, anche lui molto semplice, cioé spaventosamente rozzo (ai limiti dello schifo e io non sono né viziato, né schizzinoso; del resto non conosce che l'India e la Finlandia e ignora qualunque
costumanza urbana, scontata per noi Europei). Peró sveglio, molto sveglio ed era un piacere starlo a sentire raccontarmi le cose della compagnia.

FLASHBACK
Qualche settimana fa ho avuto una conversazione con l'Indiano sulla religione. Lui, ateo scientista (ma senza chiara coscienza di ció), ha una posizione diametralmente opposta alla mia. Come ho detto sopra é molto sveglio, ma senza una cultura di base é difficile condurre una conversazione di un certo livello. Io sono sceso al suo, di livello e non mi sono servito di citazioni bibliche o riferimenti filosofici (non sono un teologo, ma qualche argomento ce l'ho in saccoccia).
Lui si vede che é abituato a parlare con i Finni, che hanno la stessa relazione con la divinitá e la religione che potrebbe avere mia nonna, se fosse viva, con un iPhone e che soprattutto sono mansuetissimi conversatori, cioé parlano a turno e danno tutto il tempo di esprimersi all'interlocutore.
Ma con me casca male l'Indiano. Sebbene io non sia uno di quelli che si accaniscano in dispute verbali e che paciughino in discussioni politico-religiose, essendo Italiano ho dovuto almeno in parte imparare a parlare, cioé imparare ad interrompere, a sostenere la mia tesi e a trovare difetti in quella altrui (e alla fine concordare la sintesi per i prammatici tarallucci al vino) e a questo lui non era abituato, palesemente. Credeva di essere l'unico con diritto di interrompere e soprattutto non capiva perché uno debba difendere la sua opinione (quand'é ovvio che lui pensa bene e gli altri no).
Nello specifico discutevamo sul fatto che la religione, qualunque sia, non é altro che un paio di paraocchi che ti fa vivere secondo un principio informatore a te estraneo e senza dubbi; lui senza dubbi credeva che ognuno ha in se stesso il proprio principio informatore.
Io mi sono limitato a dimostrargli che fede e dubbio possano convivere nella stessa persona.
FINE FLASHBACK

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