19 gennaio 2009

Serata all'opera

Sabato sera siamo andati a vedere la Tosca al teatro dell'Opera di Hki.
Sedevamo centrali, alle ultime file della platea. Ottimi posti per godersi il palcoscenico. Avrei preferito la prima galleria centrale, donde si vede bene l'orchestra nella buca e soprattutto si spazia per benino sul pubblico. Malignare sulle toilettes delle signore é incluso nel prezzo del biglietto, ma purtroppo in questo non sono supportato dalla mia dolce e buona metá (con un certo mio amico lombardissimo, che é anche decisamente piú melomane di me, ci si sarebbe andati giú pesanti).
Le Finlandesi, quando provano ad acchittarsi, vanno da rinseccoliti business tailleur a pomposi tendaggi stile Buckingham Palace, a seconda della massa di carne da rivestire. Per non parlare delle vegliarde affezionate ai loro caffettani di lana con le renne ricamate.
Sempre e comunque abiti dal gusto pessimo e rigorosamente votati ad ammazzare la bellezza femminile. Mettici pure che tra ad ogni intervallo nessuno rinuncia alla rituale sbevazzata (a parte le vecchie rincancrenite che si fiondano su caffé e brioscina, manco fossero al Radetzky il sabato mattina) e la sala puzza sempre piú di fiati che sanno di vino sudamericano e brandy estone (tanto per i Finni l'unica cosa che conta é che il numerino seguito da % sia il piú alto possibile).
Taccio sulle scarpe.
Ma veniamo all'opera.
Il primo atto é all'interno di sant'Andrea della Valle. L'interno di sant'Andrea era esattamente come ci si aspetta che in un teatro si allestisca un interno di chiesa. Il fatto che sia prevedibile é un demerito? Chi ha ideato le scenografie é mai entrato in una chiesa romana di quelle in pieno stile Controriforma? É mai entrato in una chiesa? Ha idea di cosa sia il sacro? E qui non é questione di crederci o no. La chiesa del primo atto é la chiesa inaridita di chi non ha nemmeno un briciolo di spiritualitá (verosimilmente lo scenografo é Finlandese). Non parliamo dell'impalcatura che serviva a Cavaradossi per salir su fino agli affreschi, pareva una macchina d'assedio medievale.
Il sacrestano, poi, sembrava un fraticello della serie co 'sta pioggia e co 'sto vento chi é che bussa a 'sto convento? Ci manca solo che cominciasse a canticchiare Loaker che bontá! Loaker che bontá!
Di un altro livello Cavaradossi, Tosca e Scarpia.
Cavaradossi (Vladimir Kuzmenko) gran voce e grande interpretazione. Tosca (Olga Romanko) mi é sembrata un po' troppo accademica. Piú di tutti mi é piaciuto Scarpia (Esa Ruuttunen), assai convincente nella sua recitazione quasi da teatro drammatico.
Il secondo atto é nell'appartamento di Scarpia. Anche qui l'appartamento era come ci si aspettasse un appartamento. Ma comunque meglio della chiesa del primo atto. Una scalinata sulla destra portava in una stanza dietro le quinte, dove Cavaradossi viene torturato. Una forte luce proiettava l'ombra di chi facesse le scale sul muro con ottimo effetto. Mi é piaciuta anche la fuga prospettica fino alla grande porta sullo sfondo (dai riflessi metallici, ma dall'aria un po' troppo leggerina per far credere che sia alta vari metri e quindi pesante).
Il tavolo su cui Scarpia cena era fornito con molto gusto e molta cura.
Il terzo atto rappresenta un Castel Sant'Angelo cupo e dai lividi bastioni monolitici; la cupola di san Pietro é sullo sfondo. Durante l'aria in romanesco un gioco di luci che simula l'avanzare dell'alba sulla cupola di san Pietro strappa un applauso a scena aperta. Si vede che non hanno mai visto un presepe! Perché l'impressione era quella.
Buona la prova dell'orchestra (condotta da Kari Tikka). Non conosco molto Puccini, ma ho una certa esperienza di musica orchestrale. Immagino che l'orchestra non debba rubare la scena ai cantanti e al massimo debba sostenerli e accompagnarli e questo l'orchestra faceva, con la forza ctonia dei sentimenti e del destino. Assurgeva a protagonista nei momenti di recitazione muta e ci dava gli stessi brividi che ci davano le voci dei cantanti. Scrivo brividi, perché di brividi si é trattato.
Se il fine dell'opera ultimo sia quello di suscitare emozioni non saprei (lascio la palla agli intenditori), ma devo dire che questa Tosca, con un crescendo non casuale, ci ha tenuto con il fiato sospeso attraverso tutti i colpi di scena fino al suicidio della protagonista.

Abbiamo concluso la serata a cena dal miglior Indiano di Hki. Cibo decente. Peccato che alle 23 del Sabato sera gli unici due clienti del ristorante fossimo noi (fossimo arrivati un po' piú tardi avremmo trovato pure la cucina chiusa).

Nessun commento:

Posta un commento