Ieri al corso di Russo l'insegnante ci spiegava il significato della parola увлечение (uvlečenie, passione). Ad esempio, mi fa, se tu hai uvlečenie per le belle macchine, ti compri: Ferrari, Ducato... E una delle signore-madri la interrompe aggiungendo: Iaguár (pronuncia russa).
Al sentire Ducato, ho sorriso: certo l'insegnante voleva dire Ducati la moto, e non Ducato il furgone!
Lí per lí non ci ho badato troppo ed ho continuato a seguire la lezione, ma dopo cinque minuti mi é venuto in mente un garage strafico con una Ferrari, una Lamborghini, una Rolls-Royce, una Iaguár... e un Ducato!
E sono sbottato a ridere. Cosí, di punto in bianco.
L'insegnante, piacevolmente impressa dallo scoppio d'ilaritá, me ne ha chiesto la ragione e quando ha capito che il busillis era l'aver scambiato la Ducati per il Ducato é diventata tutta rossa, nonostante la sollevassi d'ogni responsabilitá per l'oggettiva somiglianza tra Ducati e Ducato.
Dopo il russkij urok, la lezione di Russo, ho un'oretta di buco (come si diceva ai tempi della scuola e dell'uni) dalle sei alle sette, prima che cominci il Deutschkurs.
Di solito, ai tempi dell'uni, l'oretta di buco era l'ideale per una chiacchiera, qualche sigaretta e un caffé (con panna, se girava bene); talvolta questo miscuglio di chiacchiera, sigaretta e caffé consumato ai tavolini del Bar dello Studente (con vista sul Colosseo, mica pizza e fichi!) era cosí avvincente (complice la compagnia di spiriti sopraffini quali er Pinta, er Centallóra, er Tallone e le Quotate Flautiste e galeotto il clima mite romano) che il buco si allargava fino ad inghiottire la lezione successiva, ma questa é un'altra storia!
Eravamo rimasti con questo buco di un'oretta, piacevole chance per un pigro vagolare flâneur.
Al sentire Ducato, ho sorriso: certo l'insegnante voleva dire Ducati la moto, e non Ducato il furgone!

Lí per lí non ci ho badato troppo ed ho continuato a seguire la lezione, ma dopo cinque minuti mi é venuto in mente un garage strafico con una Ferrari, una Lamborghini, una Rolls-Royce, una Iaguár... e un Ducato!
E sono sbottato a ridere. Cosí, di punto in bianco.
L'insegnante, piacevolmente impressa dallo scoppio d'ilaritá, me ne ha chiesto la ragione e quando ha capito che il busillis era l'aver scambiato la Ducati per il Ducato é diventata tutta rossa, nonostante la sollevassi d'ogni responsabilitá per l'oggettiva somiglianza tra Ducati e Ducato.
Dopo il russkij urok, la lezione di Russo, ho un'oretta di buco (come si diceva ai tempi della scuola e dell'uni) dalle sei alle sette, prima che cominci il Deutschkurs.
Di solito, ai tempi dell'uni, l'oretta di buco era l'ideale per una chiacchiera, qualche sigaretta e un caffé (con panna, se girava bene); talvolta questo miscuglio di chiacchiera, sigaretta e caffé consumato ai tavolini del Bar dello Studente (con vista sul Colosseo, mica pizza e fichi!) era cosí avvincente (complice la compagnia di spiriti sopraffini quali er Pinta, er Centallóra, er Tallone e le Quotate Flautiste e galeotto il clima mite romano) che il buco si allargava fino ad inghiottire la lezione successiva, ma questa é un'altra storia!
Eravamo rimasti con questo buco di un'oretta, piacevole chance per un pigro vagolare flâneur.
Meno male che finora il tempo é stato clemente!
Siccome a Hki (e nel resto del granducato) i negozi chiudono alle sei, a parte parrucchieri e supermercati, nel mio passeggiare mi debbo accontentare di vetrine cupamente illuminate, degli sguardi assenti delle sciampiste che frizionano capoccioni di tutte le taglie e del via vai di larve schive con buste della spesa sbiadite. Incontro spesso cani portati a spasso da diafani figuri, mi accorgo all'ultimo istante di gruppi di bambini che giocano nella neve nel piú assoluto silenzio, sorvegliati da genitori mimetizzati nel buio. Dall'odore improvvismo di sigaretta intuisco che mi sta passando vicino qualcuno che fuma.
Sfilano le criniere gialle di stivalate di mezz'etá tutte tacchi e forza, sfilano biondine ricche di modernitá e di giovinezza, maschietti concentrati sulla playlist o sulla frangetta e vecchi professionisti impenetrabili intabarrati disseminatori di figli. Sono a Töölö, zona signorile, quasi europea, e non battuta dalle schiere brute degli alcolizzati.
Incrocio soprattutto donne e non perché l'occhio vede/cerca quello che gli piace, ma perché gli uomini finlandesi campano nel cono d'ombra delle donne finlandesi.
Solo soletto passeggio ruminando i miei pensieri.
Finché il tempo regge.
Siccome a Hki (e nel resto del granducato) i negozi chiudono alle sei, a parte parrucchieri e supermercati, nel mio passeggiare mi debbo accontentare di vetrine cupamente illuminate, degli sguardi assenti delle sciampiste che frizionano capoccioni di tutte le taglie e del via vai di larve schive con buste della spesa sbiadite. Incontro spesso cani portati a spasso da diafani figuri, mi accorgo all'ultimo istante di gruppi di bambini che giocano nella neve nel piú assoluto silenzio, sorvegliati da genitori mimetizzati nel buio. Dall'odore improvvismo di sigaretta intuisco che mi sta passando vicino qualcuno che fuma.
Sfilano le criniere gialle di stivalate di mezz'etá tutte tacchi e forza, sfilano biondine ricche di modernitá e di giovinezza, maschietti concentrati sulla playlist o sulla frangetta e vecchi professionisti impenetrabili intabarrati disseminatori di figli. Sono a Töölö, zona signorile, quasi europea, e non battuta dalle schiere brute degli alcolizzati.
Incrocio soprattutto donne e non perché l'occhio vede/cerca quello che gli piace, ma perché gli uomini finlandesi campano nel cono d'ombra delle donne finlandesi.
Solo soletto passeggio ruminando i miei pensieri.
Finché il tempo regge.
Quando arriverá il freddo passeró l'oretta di buco leggendo su un divano del centro culturale russo.
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