Abbiamo
frequentato piú del solito Prenzlauer Berg, dove vivono molti dei
nostri amici russi (di solito bazzichiamo l'Ovest). Mi sono
divertito a sentirli discutere animatamente come noi Italiani sulla
scelta del posto dove andare a mangiare o a bere.Ci siamo tornati anche da soli, a Prenzlauer Berg, quando i pomeriggi erano troppo cupi e il vento portava con sè un misto poco intrigante di pioggia, ghiaccio e neve.
Ci é piaciuto piú di tutti Anna Blume, un caffé dal design sobriamente liberty con fioraio annesso (Blume = fiore) sulla Kollwitzstraße.
Il curvo bancone e i lunghi e ondulati divani dalla pelle rossa, specchiati dalla modellatura del controsoffitto, creano calde sinuositá ventrali in cui indugiare a lungo, in cui perdersi in fantasticherie mangiando una succulenta fettona di torta, in cui leggere o chiacchierare o guardare gli altri clienti bevendo un frischer Minztee.
Di primavera o d'estate si puó sedere fuori, godendo della tipica quiete berlinese che spira tra i viali (tanto diversa dallo sterile silenzio di Hki) e del mite solicello.
Alla
nostra destra, manco a farlo apposta, sedeva una studentessa di lingue,
che raccontava all'amica finnica del suo studio della lingua finlandese
e dei suoi soggiorni in Finlandia. Mi sarebbe tanto piaciuto entrare
nella conversazione e dire la mia, ma non mi andava di sporcare
l'entusiasmo ingenuo della studentessa.Alla nostra sinistra sedeva una giovane donna dalla lunga treccia nera, rapita nella conversazione con un uomo di mezz'etá. Ho pensato che la giovane donna fosse una studentessa e il vecchio il suo adorato professore-pigmalione. Lei era troppo felicemente concentrata sul suo interlocutore per poter pensare che questi ne fosse semplicemente il padre. Chissá che l'interesse e l'ammirazione non l'abbiamo spinta a maggiore intimitá con l'uomo. Che mi dava le spalle, onde non potevo coglierne l'espressione, se quella altera di un maestro o quella lubrica di un fauno.
Davanti, ma piú distanti, due anziane signore parlavano sottovoce con gran gesticolare.
Passava qua e lá la giovane cameriera, chiaramente una studentessa, con una smorfia un po' antipatica che le irrigidiva il bel volto.
Non paghi delle lunghe passeggiate, spesso allungavamo volutamente i tragitti in metro per osservare un po' di umanitá varia berlinese.
Nessun commento:
Posta un commento