Sabato scorso ci sono stati i talkoot.
Ignoro il significato letterale della parola, si usa per indicare dei
lavori collettivi (svolti nel giardino comune del comprensorio).
Famigerato appuntamento, una volta di primavera e l'altra d'autunno.
D'autunno i lavori sono potatura piante e rimozione foglie cadute.
Noi la prendiamo come un'occasione di stare all'aria aperta a far qualcosa, una delle ultime, visto che l'oscuritá e il freddo s'avvicinano inesorabilmente (soprattutto l'oscuritá).
L'anno scorso mi ero limitato a rastrellare le foglie cadute, quest'anno mi sono anche avventurato sul tetto per rimuovere le foglie dalle grondaie. Per chi non ha idea di che acquazzoni puó fare in queste contrade o quante giornate una dopo l'altra puó piovere ininterrottamente non puó capire la necessitá di tener pulite le gronde. Inoltre, d'inverno, l'acqua stagnante congelata potrebbe spaccare tutto.
Prima di salire sul tetto, un vicino mi ha messo un imbracatura con un moschettone dietro la schiena, che serviva per fissarci l'estremitá della corda. Sebbene l'operazione sia stata condotta secondo i crismi della sicurezza, il vicino sfoggiava un sorrisetto da "armiamoci e partite".
Sono salito sul tetto con un altro vicino, padre di due bambini piccoli.
La prima impressione é stata abbastanza adrenalinica: arrivo in cima e passeggiata su una stretta griglia; ci si fa subito l'abitudine. La lamiera zincata del tetto non é nemmeno scivolosa e il vicino teneva saldamente la corda, arrotolata per precauzione due volte intorno alla griglia. Non si poteva cadere nemmeno a buttarsi. Comunque l'arrivo alla grondaia é stato ancora piú adrenalinico. Mentre il rimuovere le foglie é stato quanto di piú prosaico si possa immaginare.
La seconda metá del tetto l'ha pulita il vicino e io gli tenevo la corda.
Dopo l'operazione ci siamo fermati a parlare sul tetto, nonostante il vento, godendoci la vista insolita e il solicello. Il vicino é originario di Oulu (cittá 150 km sotto il circolo polare, dove sono stato anni fa exchange student). Abbiamo parlato di aurore boreali; lui ne ha viste tante, io una sola e di un solo colore (verde). L'aurora boreale assomiglia ad un lungo lenzuolo che sventola nel cielo e che cambia continuamente colore. Quando l'ho vista, non credevo a quello che vedevo, soprattutto perché si muoveva velocemente, mi veniva da chiedermi se per caso fossi sbronzo marcio o sotto effetto delle peggiori droghe.
Tornati giú abbiamo spazzato le ultime foglie e abbiamo terminato i talkoot con una grigliata condominiale: c'erano makkara (salsiccia indigena) e quantitá industriali di birra e sidro.
Dopo quattro makkara e quattro birre ho dato forfait. Mentre i Finnici sono rimasti a scolarsi la birra con 5 gradi al sole.
Famigerato appuntamento, una volta di primavera e l'altra d'autunno.
D'autunno i lavori sono potatura piante e rimozione foglie cadute.
Noi la prendiamo come un'occasione di stare all'aria aperta a far qualcosa, una delle ultime, visto che l'oscuritá e il freddo s'avvicinano inesorabilmente (soprattutto l'oscuritá).
L'anno scorso mi ero limitato a rastrellare le foglie cadute, quest'anno mi sono anche avventurato sul tetto per rimuovere le foglie dalle grondaie. Per chi non ha idea di che acquazzoni puó fare in queste contrade o quante giornate una dopo l'altra puó piovere ininterrottamente non puó capire la necessitá di tener pulite le gronde. Inoltre, d'inverno, l'acqua stagnante congelata potrebbe spaccare tutto.
Prima di salire sul tetto, un vicino mi ha messo un imbracatura con un moschettone dietro la schiena, che serviva per fissarci l'estremitá della corda. Sebbene l'operazione sia stata condotta secondo i crismi della sicurezza, il vicino sfoggiava un sorrisetto da "armiamoci e partite".
Sono salito sul tetto con un altro vicino, padre di due bambini piccoli.
La prima impressione é stata abbastanza adrenalinica: arrivo in cima e passeggiata su una stretta griglia; ci si fa subito l'abitudine. La lamiera zincata del tetto non é nemmeno scivolosa e il vicino teneva saldamente la corda, arrotolata per precauzione due volte intorno alla griglia. Non si poteva cadere nemmeno a buttarsi. Comunque l'arrivo alla grondaia é stato ancora piú adrenalinico. Mentre il rimuovere le foglie é stato quanto di piú prosaico si possa immaginare.
La seconda metá del tetto l'ha pulita il vicino e io gli tenevo la corda.
Dopo l'operazione ci siamo fermati a parlare sul tetto, nonostante il vento, godendoci la vista insolita e il solicello. Il vicino é originario di Oulu (cittá 150 km sotto il circolo polare, dove sono stato anni fa exchange student). Abbiamo parlato di aurore boreali; lui ne ha viste tante, io una sola e di un solo colore (verde). L'aurora boreale assomiglia ad un lungo lenzuolo che sventola nel cielo e che cambia continuamente colore. Quando l'ho vista, non credevo a quello che vedevo, soprattutto perché si muoveva velocemente, mi veniva da chiedermi se per caso fossi sbronzo marcio o sotto effetto delle peggiori droghe.
Tornati giú abbiamo spazzato le ultime foglie e abbiamo terminato i talkoot con una grigliata condominiale: c'erano makkara (salsiccia indigena) e quantitá industriali di birra e sidro.
Dopo quattro makkara e quattro birre ho dato forfait. Mentre i Finnici sono rimasti a scolarsi la birra con 5 gradi al sole.
Nessun commento:
Posta un commento