30 marzo 2007

Una coppia di Romani - 1

Lo scorso autunno, le mie amiche perugine (una delle quali allora lavorava al ristorante *** a Kamppi), mi invitarono a festeggiare il compleanno di un giovane cuoco del ristorante *** presso la discoteca Lux. Quella sera conobbi vari personaggi (di cui già scrissi in un post precedente), tra cui una coppia di Romani.
Abituato al cattivo gusto finlandese, mi colpì immediatamente il look della coppia.
Lui vestiva in maniera impeccabile un completo blu (mi piacquero molto anche le scarpe), era perfetto per uno di quei locali semi-esclusivi per vippetti, professionisti inquieti e arricchiti vari che animano le notti del centro di Roma; al collo portava una bellissima pietra.
Lei, elegantissima, lussureggiante, aveva lineamenti spagnoli e vestiva un abito nero con scialle nero, a mostrare quello che andava mostrato e coprire quello che andava coperto.
Entrambi liberi professionisti, lui aveva uno studio avviatissimo all'Aventino e lei lavorava in uno studio al centro.
La sera bazzicavano i locali a piazza del Popolo e andavano a ballare in una discoteca che sta tra largo Argentina e il Pantheon ("ci vanno quelli del Grande Fratello", mi dissero).
Lui mi raccontò che si erano trasferiti a Helsinki per provare a sfondare nel mercato finlandese che, a suo dire, non era ancora saturo come quello italiano.
Lei stava un po’ in disparte, mentre lui era molto loquace (mi colpí la sua risata, piú infantile che sguaiata, ripetuta ossessivamente).
Lui non entró in competizione con me per dimostrare di essere quello che aveva piú successo (cosa che spesso accade tra i maschi), essendo io un po’ piú giovane di lui (gli avrei dato 38-40 anni) e soprattutto perché quella sera non ero particolarmente in tiro: si sciolse, abbassó le difese e comincio a mostrarmi un po’ di se stesso.
Incontrai la coppia altre due volte (una volta al Baker’s e un’ultima di nuovo al Dux): lui loquace e spaccone (come tutti i Romani), lei defilata.

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