27 marzo 2007

Weekend al Neuer Hennings Hof - 2

Alle 15 massaggio ayurveda ai piedi (quando L. mi ha detto che ci aspetta un massaggio ayurveda io ho capito all’inizio juvemerda, poi ho realizzato ayurveda); alle 15:30 è il mio turno. La massaggiatrice ha un’aria timida e forme abbondanti (la massaggiatrice della mattina era un mascolino fascio di nervi). Mi fa stendere sul lettino, mette la solita musichetta new age e inizia a sfregarmi con un due guanti da doccia. Poi mi fa girare sulla schiena, mi stende sul corpo una coperta e mi depone sugli occhi una fascia aromatizzata. L’essenza non è molto esotica: mi ricorda l’odore dello spray anti-zanzare (ma lei aveva il sorriso di una che mi stesse offrendo aloe e terebinto).
La massaggiatrice mi cosparge il piede destro di olio e inizia a massaggiare: il massaggio è notevole e si sviluppa su delle linee ideali che vanno dal tallone alle dita dei piedi (e viceversa); si serve anche di pietre tiepide e fredde. Il massaggio alle dita sembra quasi un pizzicotto. Dopo il piede destro passa al piede sinistro. Pizzicandomi l’alluce sinistro, l’alluce scrocchia (lo fa sempre, ci sono abituato), ma lei si spaventa e mi chiede KAPUTT? Drogato dallo spray anti-zanzare riesco a trattenere le risate e la rassicuro. Finito il massaggio al piede sinistro, mi lascia ancora un po’ al calduccio sotto la coperta a godermi benefiche vibrazioni che dai piedi arrivano fino alla testa.
Poi si china su di me, mi toglie la fascia dagli occhi e mi dice che il massaggio è finito con un accenno di fiatella (che spezza l’incanto e mi fa tornare bruscamente alla realtà). Inizia a dire parole in Russo (forse crede che sia Russo dal cognome di L.): konec (fine), spasibo (grazie), požalujsta (prego). Io le dico che sono Italiano (lei non parla Inglese e io non parlo Tedesco, per cui mi esprimo in Italiano) e lei fa: Italienisch? Mamma mia!
Esco. Rilassato e divertito.
Torniamo nel nostro appartamentino. E’ molto confortevole e ben attrezzato per dei soggiorni superiori al weekend.
Ceniamo presto (non abbiamo pranzato). Il buffet offre: hirschgulasch (gulasch di renna, molto russo; ci torna in mente quel resort nella tajga di Taštagol), petti di pollo con cocco e albicocca (combinazione sonora e gastronomica notevole), seelachs (letteralmente salmone di lago; il traduttore online lo traduce: merluzzo nero) con spinaci; dolci. L. beve il solito (modestissimo) rosso locale e io la solita (gustosa) Hefeweizen scura.
Torniamo in camera (evitando il dancing offerto dall’albergo: in cui, immagino, una gloria localissima con baffi a punta e cocomero sotto la camicia intona di triplo mento nostalgici e struggenti canti della DDR o storpia con la complicità del pianolaro con cravatta da piazzista Funiculì funiculà o Kalinka).
La Domenica mattina é soleggiata e tiepida e a colazione non mi trattengo (esagero soprattutto con quelle mousse deliziose). Secondo un’usanza nordica, viene offerto del prosecco (forse come rimedio per il postumo d’ordinanza; il prosecco ci è stato offerto a colazione anche sulla Viking Line).
Alle 11:40 spaccate il pulmino dell’albergo ci viene a prendere al nostro appartamento e ci riporta alla stazione di Perleberg.

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