26 giugno 2008

L'ingegnere - 1 Fenomenologia di uno stereotipo

Gli ingegneri si dividono in due specie: ingegneri ingegneri e ingegneri "ma io non sono il tipico ingegnere".
Gli ingegneri ingegneri discendono direttamente dagli omini Lego, credono cioé nell'esistenza del solo mondo Lego (cioé il loro mondo professionale), ignorando a bella posta tutto il resto, e sono fanatici assertori delle leggi fisiche fino al paradosso antisociale. Sono riconoscibili da una serie di attributi come la panza, la pelata, i culi di bottiglia davanti gli occhi, la sfiga con l'altro sesso (controbilanciata da una passione instancabile per informatica e gadget tecnologici) e soprattutto la camicia a manica corta con taschino zeppo di penne.
Gli ingegneri "ma io non sono il tipico ingegnere" (specie al quale appartiene lo scrivente), sono professionalmente simili agli ingegneri ingegneri, ma si distinguono da questi ultimi per l'irresistibile appeal e soprattutto per uno o piú interessi/attivitá che hanno totalmente al di fuori del loro mondo professionale (per il sottoscritto: letteratura, viaggi e pittura olandese).
Secondo la mia esperienza, si diventa ingegneri ingegneri o ingegneri "ma io non sono il tipico ingegnere" per predisposizione genetica, in altre parole: é destino (e tu non ci puoi fare niente).

Un fulgido esempio di questa predisposizione genetica é riscontrabile in un neolaureato che é stato trainee da noi (e che molto probabilmente continuerá a lavorare da noi).
Ero rimasto molto colpito dal fatto che era venuto a presentarsi poco tempo dopo il mio arrivo; ero rimasto intrigato dalla banalitá della sua conversazione e folgorato dalla sua ignoranza di cose italiane (pur non essendo mai stato in Italia, ne parlava con consumata competenza, descrivendo il nostro Paese come una specie di far west mafioso con montagne di monnezza invece dei canyons dell'Arizona e guidato da una sorta di Mugabe bianco; ovviamente le mie parole di spiegazione risultavano totalmente inutili).

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