Oggi sono stato a Vaasa in visita alla casa madre per l'irrinunciabile Introduction Day, grazie al quale ogni nuovo employee (viene messo a parte dei vincenti segreti del gruppo.
Se fosse stato proibito pronunciare parole come le seguenti: challenging, quality, project, management, business, target, skill, demanding, compete, reliability, resource, task, mission, communication, development, multi-discipline, added values, design, engineering, turn over, multicultural environment e strategy, praticamente ce la saremmo cavata in venti minuti invece che in quattro ore.
Ogni top manager ha fatto la sua relazione con le sue slides: il più pietoso è stato uno che ha concluso il suo intervento assicurandoci che noi siamo i migliori al mondo e che lui non ha visto in tutta la sua carriera professionisti più cazzuti di noi (ovviamente intendeva dire che i Finlandesi sono i migliori al mondo); il più acido è stato uno che doveva parlare dopo la pausa caffè e siccome gli seccava aspettare che la gente tornasse dalla pausa ha iniziato il suo discorso con mezza sala vuota e parlava con la velocità di uno che stesse sciorinando uno scioglilingua in lumachese. Un altro dall'aria volpina alla fine del suo intervento ci ha dispettosamente chiesto quanti dipendenti ci fossero a Oulu per farci scherzosamente (forse) notare che eravano stanchi o disattenti e alla mia esatta risposta di 26 si è messo in tasca il sorrisetto paraculo e se n'è andato via con la coda tra le gambe.
Al ritorno a casa dall'aeroporto ho beccato un tassista russo. All'inizio parlavamo in Finlandese, ma poi ho scoperto che era Russo e abbiamo iniziato a conversare a briglia sciolta in Russo. Mi ha raccontato di sé vita morte e miracoli e io mi sono tolto la soddisfazione di farmi dare da lui del voi, mentre gli davo del tu.
Se fosse stato proibito pronunciare parole come le seguenti: challenging, quality, project, management, business, target, skill, demanding, compete, reliability, resource, task, mission, communication, development, multi-discipline, added values, design, engineering, turn over, multicultural environment e strategy, praticamente ce la saremmo cavata in venti minuti invece che in quattro ore.
Ogni top manager ha fatto la sua relazione con le sue slides: il più pietoso è stato uno che ha concluso il suo intervento assicurandoci che noi siamo i migliori al mondo e che lui non ha visto in tutta la sua carriera professionisti più cazzuti di noi (ovviamente intendeva dire che i Finlandesi sono i migliori al mondo); il più acido è stato uno che doveva parlare dopo la pausa caffè e siccome gli seccava aspettare che la gente tornasse dalla pausa ha iniziato il suo discorso con mezza sala vuota e parlava con la velocità di uno che stesse sciorinando uno scioglilingua in lumachese. Un altro dall'aria volpina alla fine del suo intervento ci ha dispettosamente chiesto quanti dipendenti ci fossero a Oulu per farci scherzosamente (forse) notare che eravano stanchi o disattenti e alla mia esatta risposta di 26 si è messo in tasca il sorrisetto paraculo e se n'è andato via con la coda tra le gambe.
Al ritorno a casa dall'aeroporto ho beccato un tassista russo. All'inizio parlavamo in Finlandese, ma poi ho scoperto che era Russo e abbiamo iniziato a conversare a briglia sciolta in Russo. Mi ha raccontato di sé vita morte e miracoli e io mi sono tolto la soddisfazione di farmi dare da lui del voi, mentre gli davo del tu.
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