2 maggio 2008

Appunti dal viaggio a Berlino - I miei nuovi amici, 10 Aprile

E’ sempre alla fine del soggiorno che si conoscono le persone più interessanti (mi sto scolando un Manhattan da Billy Wilder’s a Potsdamer Platz). Mi riferisco a M (l’insegnante di Tedesco del livello inferiore al mio) e ad A, studente americano di M.
M viene da un paesello del Baden-Württemberg, 32 anni, single, minuta, tranquilla. Vive da 10 anni a Berlino e pensa che siano abbastanza. A 32 anni, sola e con un lavoro (insegnante di Tedesco in una scuola privata) che non ti dà la sicurezza economica che ti permette di possedere qualcosa di veramente tuo, pensa che sia venuto il momento di cambiare aria e tentare da qualche altra parte. Come darle torto?
Non lo dice, ma si capisce che le pesa la solitudine. Mi stupisce che non abbia qualcuno: è carina, socievole, semplice.
A, invece, viene da New York, ha 36 anni ed è pittore. Molto socievole anche lui. E semplice.
Ha un passato di abuso di alcool e droghe pesanti (è ancora sotto farmaci). Viene il dubbio che abbia deciso di trasferirsi a Berlino per lasciarsi alle spalle la vecchia vita.
L’unico vizio rimastogli è il fumo. Anche M fuma.
A è un artista, voglio dire che in lui è tutto istinto ed espressione.
Sono sicuro che lui piaccia a M, ma non è certo il tipo che può darle la sicurezza di cui ha bisogno; inoltre M mi pare abbastanza navigata da non perdere la testa per il primo pittore dal passato oscuro che ti piomba davanti.
Sono pronto a scommettere, però, che prima o poi qualcosa tra i due accada. Sembrano un po’ rincorrersi. Forse il senso materno di M potrebbe prendere il sopravvento (A pare proprio uno di quegli uomini che ispirano nelle donne il senso materno).

Questo Manhattan è ottimo: il borboun si scioglie in un retrogusto d’agrume che s’infiltra per capillarità nel cervello, rigando di liane di soffice stanchezza la ruvida scorza del mio stato di veglia.
Cazzo, comincia ora l’happy hour. Mi sparo un altro Manhattan. Tra poco andrò alla Gemäldegalerie e voglio stravolgere con l’alcool il mio stato di coscienza per una fruizione alterata.

Oggi, dopo la scuola, M, A ed io siamo andati a visitare una galleria dove espone un pittore americano che A conosce (mi è piaciuto un murale con il ritratto di Kennedy; A ci ha intrattenuti con aneddoti poco edificanti sul mondo dell’arte contemporanea) e poi siamo andati a mangiare un boccone da Monsieur Vuong. Abbiamo preso un ottimo caffè in un incrocio (possibile solo a Berlino) tra un alimentari, un bar e un ristorante gestito da una bella signora catanese (adorabili la sua cortesia e il suo accento) a Schönhauser Allee.
Mi trovo molto bene con M e A. Cazzeggiamo come se conoscessimo da una vita. Relazioni sociali del genere te le sogni con quei carciofi insipidi dei Finni.

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