23 maggio 2008

Tortura

Er Ciáina ha smesso di torturare "Woman in love" e da un po' ha cominciato a seviziare "The sound of silence" (stiamo a metá tra la nenia sconsolata di un condannato a morte un'ora prima dell'esecuzione e il delirio da assenzio di un castrato del primo Ottocento). Ma Amnesty International non interviene?
Sono andato dar Ciáina a chiedergli se per caso si stesse esercitando per il prossimo venturo Eurovision Contest e lui ha avuto l'arguzia di rispondermi che no, che si sta preparando per American Idol, ma non ha colto il mio garbato accenno a smettere di guairla come un cane innamorato.
Piú tardi si é anche provato di intrattenere con me uno small talk cominciando la conversazione con la sconvolgente domanda: ma tu fai la spesa nel w/e o tutti i giorni? Conversazione che ho cercato in tutti i modi di freddare esprimendomi solo a monosillabi. Ma er Ciáina non mollava e faceva il simpatico dicendomi che la mia é una stanza da donna perché c'é una pianta. Ho colto un attimo di silenzio per dirgli grazie della chiacchierata, ma non riuscivo a schiodarmelo dai gioielli di famiglia. Alla fine, dopo aver lasciato un po' di ditate sulle mie mappe della Russia, se n'é tornato nella sua stanza ad abusare di "The sound of silence".

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