4 maggio 2008

Appunti dal viaggio a Berlino - Visita alla Gemäldegalerie (da sbronzo), 10 Aprile

Primitivi fiamminghi. Davanti a me il medioevo di Huizinga si confonde con le teorie della Alpers.
Rubens. Bello, italiano, sensuale, potente. Occhioni languidi e tante tette al vento. Santa Cecila e Andromeda: belle giovanottone in carne (nella minuscola Andromeda rembrandtiana all’Aia c’è pudore, fragilità). San Sebastiano: tema difficile per un pittore eterosessuale.
Baburen, van Hontorst e gli altri caravaggeschi. Anche loro sensuali, ma più allusivi: Bagliori di carne nell’oscurità, non sotto il cocente sole romano.
Franz Hals. Fresco, istantaneo, tratto vigoroso, deciso, mai lezioso. Lumeggiature essenziali.
Bella scena invernale di Philips Wouwerman. Pare una miniatura smaltata a petto del vigore romantico di Jacob van Ruisdael (nei suoi paesaggi orizzonte molto basso, le nuvole hanno un non so che di enigmatico, di magrittiano).
Rembrandt. Nella sua Susanna (come nell’Andromeda) assistiamo ad una violenza, siamo noi che la commettiamo con i nostri sguardi.
Come conati di vomito mi torna su lo Schama. Pagina per pagina. Non ha più senso prendere appunti: mi parrebbe di scrivere sotto dettatura.
Quel gorilla insensibile del custode mi ha chiesto di allontanarmi dal Vecchio con elmo dorato: ero rimasto imprigionato dai filamentosi ghirigori di colore gocciolato sulla tavola di cui sono fatte le decorazioni dell’elmo (e la luce che vi sbatte contro).

Vecchio con eldo dorato

Voglio cadere in ginocchio e piangere di fronte a Rembrandt. Mi vergogno di guardare i suoi quadri.
Bellezza indecifrabile e abbacinante.
Jan J. van Uyl. La mia natura morta ideale: malinconia e liquido languore.
GIOIA
Vedere capire comunicare.
Non ho più bisogno di guardare i quadri. Essere già qui è stupendo.
ESSERE
Io essere affezione
Pienezza e libertà.
Sopra di me una volta a padiglione: un reticolato verdeghiaccio in una luminosa curva cornice bianca.

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