Abbiamo portato la
bambina a prendere un po' d'aria cogliendo l'occasione del temporaneo
innalzamento della temperatura (solo -6 oggi!).



Venerdí 18 questo segnava il termometro di prima mattina:
(considerando che, essendo il termometro
incollato al vetro esterno della cucina, un minimo di calore comunque
passa per irraggiamento e la temperatura indicata é sempre leggermente
ottimista); questa era la vista dalla ns camera da letto:
Stamattina, dopo l'abbondante nevicata di questa notte:












(é la televisione che imita la vita o la vita che imita la televisione?)




Sul traghetto, al ritorno, son capitato
seduto alle spalle di due giovani donne italiane; presumo turiste a Hki
che hanno fatto una scappata a Tallinn, vestite coi piumini invernali,
una piú nana dell'altra.
Ho ascoltato involontariamente la conversazione telefonica di una di queste con... indovinate un po' con chi?
Ma con la mamma! Con chi?
La tipa (la piú nana delle due) descriveva
con parole di soddisfazione Tallinn alla mammina, solo si aspettava piú
negozi (evidentemente non ha considerato negozi le rivendite di alcool,
che forse per numero sono seconde solo alle birrerie).
Per concludere cito dal menú del nostro albergo (di cui per pietá taccio il nome):
Abbiamo
frequentato piú del solito Prenzlauer Berg, dove vivono molti dei
nostri amici russi (di solito bazzichiamo l'Ovest). Mi sono
divertito a sentirli discutere animatamente come noi Italiani sulla
scelta del posto dove andare a mangiare o a bere.
Alla
nostra destra, manco a farlo apposta, sedeva una studentessa di lingue,
che raccontava all'amica finnica del suo studio della lingua finlandese
e dei suoi soggiorni in Finlandia. Mi sarebbe tanto piaciuto entrare
nella conversazione e dire la mia, ma non mi andava di sporcare
l'entusiasmo ingenuo della studentessa.
Sebbene
io non abbia simpatia alcuna per comunismo, socialismo e sinistra in
generale, sebbene il memoriale sia letteralmente farcito di frasi
roboanti firmate Iosif Stalin (frasi ripetute a pappagallo per
sessant'anni da alti papaveri e da scagnozzi di partito, da demagoghi
sindacalisti e da fankazzisti capelloni da centro sociale fino a ridursi
a locuzioni retoriche svuotate di ogni reale significato, anche
politico oramai; fino a riempirsi di ridicolo in bocca a nani,
ballerine, travestiti e telegenici), a Treptower Park si respira
fortissimo e vivissimo il fiato greve della tragedia. Della tragedia
della guerra.
Lo stesso pesante stordimento mi ha colto ai cimiteri alleati di Cassino e alle Fosse Ardeatine.
Durante
il volo per St. Lucia, lo scorso novembre, sedeva alla mia sinistra una
donna estremo-orientale. Sui trenta e molto minuta.
A
questo punto, non posso fare a meno di ricordare quell'omone russo che
mi capitó vicino su un volo per Mosca di ritorno dalla Siberia qualche
anno fa. Era veramente un armadio, una montagna, saranno stati un paio
di metri e almeno centocinquanta chili.









